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Qualcosa sta per accadere. Saul Leiter in mostra a Monza

Saul Leiter, Ombrello, 1960 Saul Leiter, Ombrello, 1960
Saul Leiter, Ombrello, 1960
Saul Leiter, Ombrello, 1960
Fino al 27 luglio il Belvedere della Reggia di Monza ospita la prima grande mostra italiana dedicata a Saul Leiter

L’esposizione – titolo Una finestra punteggiata di gocce di pioggia – è curata da Anne Morin in collaborazione con di Chroma photography. E si compone di 126 fotografie in bianco e nero, 40 a colori, 42 dipinti e rari materiali d’archivio. Saul Leiter, ebreo, vissuto a New York dal 1946 al 2013, fu pittore e fotografo. Nonostante fosse figlio di un famoso rabbino, rifiutò categorigamente il percorso teologico che il padre avrebbe voluto per lui e si trasferì a New York per dedicarsi alla pittura.

Introdotto nel mondo dell’arte a New York da alcuni amici come Richard Pousette-Dart e Eugene Smith, Leiter continuò gli esperimenti fotografici iniziati da adolescente, in bianco e nero e a colori, spesso utilizzando pellicole Kodachrome 35 mm e ritraendo la sua ristretta cerchia di amici e scene di strada intorno alla sua casa.

Scrive Anne Morin, la curatrice della mostra: “Le immagini di Leiter durano quanto il battito di un ciglio, posizionate sul bordo di qualcosa. Sono istantanee, forme brevi, frammentate, come annotazioni, dichiarazioni di realtà, realizzate con una maestria e una metrica che ricorda gli haiku. Il gesto di Leiter è quello di un calligrafo quando fotografa veloce, preciso, senza scuse”.

 

Saul Leiter, Giocando, 1950
Saul Leiter, Giocando, 1950
Il mistero della verità nei dettagli della quotidianità

La mostra evidenzia la doppia identità di Leiter come pittore e fotografo, dimostrando come la sua sensibilità pittorica abbia influenzato il suo lavoro fotografico. Leiter diceva: “Non ho una filosofia. Ho una macchina fotografica. Guardo attraverso la macchina fotografica e scatto foto. Le mie fotografie sono la minima parte di ciò che vedo che potrebbe essere fotografato.Sono frammenti di possibilità infinite”. Questo approccio senza pretese gli ha permesso di catturare momenti di grazia nella vita quotidiana. Le sue immagini suggeriscono che la bellezza non esiste nei grandi momenti, ma negli intervalli silenziosi della vita di tutti i giorni.

Leiter era un uomo schivo, antidivo e refrattario alla fama. E anche i suoi scatti fotografici sembrano testimoniare questa sua attitudine a “smarcarsi”, a sottrarsi agli sguardi curiosi; egli si dedica alla ricerca dei piccoli gesti e delle cose trascurate, apparentemente senza importanza. Gli oggetti, solo quando catturati nelle immagini, attraggono l’attenzione e diventano interessanti e significativi, perché proiettano i pensieri dell’osservatore. Le scene non sono “studiate” per trovare una composizione armonica, bensì per carpire piccoli segreti; i soggetti non sono “in posa” per essere fotografati, anzi, cercano di scomparire, frammentandosi nei riflessi della pioggia e degli specchi umidi, in un’evanescenza che prelude a qualcosa che sta per accadere…

Gli orizzonti verticali, vertiginosi e imponenti dei grattacieli di New York difficilmente appaiono nei suoi scatti. Leiter non é affascinato dalla modernità. Eppure il suo sguardo é estremamente attuale e contemporaneo, fluido e in divenire e racconta storie di umanità attraverso le immagini silenziose.

 

Saul Leiter, Un matrimonio come un funerale, 1951
Saul Leiter, Un matrimonio come un funerale, 1951
Un matrimonio come un funerale

Nel 1951 Saul Leiter dedicava il suo tempo alla ricerca dell’incongruenza e, mentre camminava nella quinta avenue, notò una folla di persone davanti all’ingresso di una grande chiesa. E così nacque una serie di fotografie immerse in un’atmosfera malinconica, quasi si trattasse di un funerale e invece era un matrimonio. Nel corso della sua carriera, Leiter darà alla stampa solo una parte dei suoi lavori, lasciandone la maggior parte in negativo, come a celare l’aspetto più intimo e puramente artistico della sua produzione.

Quanto avrà pesato, nel giovane Saul, la memoria delle persecuzioni naziste, per generare questo desiderio di sottrazione e di sparizione? Le sue opere sono oggi presenti nelle collezioni dei più prestigiosi musei internazionali, dal Whitney Museum of American Art al Victoria and Albert Museum, testimoniando l’importanza duratura e l’attualità del suo contributo artistico. Saul Leiter muore il 26 novembre 2013, a New York, lasciando un immenso archivio del suo lavoro artistico, tra i migliori esempi di fotografia di strada al mondo.

 

Saul Leiter, Autoritratto, 1950
Saul Leiter, Autoritratto, 1950

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