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Trump taglia l’arte? Le Fondazioni statunitensi rispondono

La Casa Bianca. Courtesy of Getty Images
La Casa Bianca. Courtesy of Getty Images
Mentre l’amministrazione Trump affonda il colpo contro i finanziamenti pubblici destinati alla cultura, due grandi nomi del mondo artistico americano rispondono colpo su colpo. La Andy Warhol Foundation for the Visual Arts e la Helen Frankenthaler Foundation hanno annunciato uno stanziamento straordinario di 800.000 dollari, destinato a 80 organizzazioni artistiche di piccole e medie dimensioni sparse in tutti gli Stati Uniti.

Ogni ente riceverà 10.000 dollari per rimettere in moto progetti rimasti bloccati dopo la sospensione del programma federale Challenge America – iniziativa del National Endowment for the Arts (NEA) rivolta alle comunità svantaggiate – improvvisamente interrotta dalla Casa Bianca. Una mossa che ha gelato il settore culturale e costretto molte realtà a mettere in pausa eventi, mostre e pubblicazioni.

La decisione delle due fondazioni è una risposta concreta a un panorama che appare sempre più ostile all’arte indipendente. L’amministrazione Trump, infatti, ha più volte proposto l’abolizione del NEA, ente che nel 2024 rappresentava appena lo 0,003% del bilancio federale, con 207 milioni di dollari a fronte di una spesa pubblica di 6,75 trilioni. Eppure, proprio quei fondi erano linfa vitale per musei, collettivi artistici e realtà editoriali che danno voce alle comunità emarginate.

La settimana scorsa, tutti e dieci i direttori incaricati della distribuzione dei fondi NEA hanno rassegnato le dimissioni. Tra le vittime dei tagli, n+1, rivista culturale con sede a Brooklyn, e SculptureCenter, che stava allestendo una mostra dell’artista Edra Soto e pianificando l’installazione permanente di un’opera nel quartiere portoricano di Cleveland.

Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, una delle due fondazioni degli Usa che ha dato finanziamenti organizzazioni artistiche di piccole e medie dimensioni.

Anche Queer Art, organizzazione no-profit newyorkese che supporta artisti LGBTQ+, ha ricevuto una comunicazione da un’email non monitorata della NEA in cui si dichiarava che la loro missione non era “in linea con le priorità dell’amministrazione Trump”. Un messaggio che Queer Art ha definito “allarmante”, evidenziando l’inquietante deriva ideologica del governo nei confronti dell’espressione artistica.

Stessa sorte per A.I.R. Gallery, storico collettivo femminista di Brooklyn, che ha perso un finanziamento da 30.000 dollari destinato alla prima personale di sei artisti emergenti: il progetto, si legge nella nota, non rifletterebbe “i valori dell’attuale amministrazione”.

Intanto, la “razionalizzazione” dei fondi culturali passa anche per un nuovo ente governativo, il Department of Government Efficiency, guidato da Elon Musk, che ha già notificato a decine di enti la revoca dei finanziamenti. La NEH (National Endowment for the Humanities) ha dirottato parte dei fondi verso progetti simbolo dell’agenda presidenziale, come il tanto discusso National Garden of American Heroes.

Helen Frankenthaler nel suo studio di East 83rd Street mentre è al lavoro su April Mood e Under April Mood (entrambi del 1974), New York, 1974. Foto: Alexander Liberman; © J. Paul Getty Trust. Getty Research Institute, Los Angeles (2000.R.19). Artwork © 2024 Helen Frankenthaler Foundation, Inc. / Artists Rights Society (ARS), New York.

In questo vuoto lasciato dal pubblico, sono le fondazioni private a correre in soccorso. Oltre a Warhol e Frankenthaler, anche la Mellon Foundation ha annunciato un maxi-intervento da 15 milioni di dollari a favore dei consigli statali per le discipline umanistiche, a sostegno della cultura.

“Non è solo in gioco la sopravvivenza di musei, biblioteche e società storiche” ha dichiarato Elizabeth Alexander, presidente della Mellon Foundation. “Ma anche il diritto di ogni cittadino a partecipare al dinamismo culturale che è parte integrante della vita civica americana.”

In un momento in cui i finanziamenti pubblici alla cultura vengono drasticamente ridotti, il ruolo delle fondazioni private diventa cruciale per garantire la sopravvivenza di progetti artistici indipendenti e inclusivi. Le iniziative della Andy Warhol Foundation, della Helen Frankenthaler Foundation e della Mellon Foundation non rappresentano solo un’azione di sostegno economico, ma un atto di resistenza culturale contro una politica che sembra voler marginalizzare l’arte come strumento di espressione civile e sociale.

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