
Un racconto fotografico della nuova mostra che a Milano presenta il lavoro di tre giovanissimi pittori: Ish Lipman, Lily Hargreaves e Martina Cassatella
Nel cuore di Milano, anzi nel ventre di Milano, la galleria Tube Culture Hall continua a distinguersi come un punto di riferimento per la scena artistica emergente, con grande apertura internazionale. Confermando la sua vocazione per la sperimentazione e il dialogo tra linguaggi contemporanei. Con la nuova mostra The Garden of Forking Paths, la galleria apre ancora una volta le sue porte a giovanissimi artisti, offrendo loro uno spazio per esplorare l’invisibile e l’intangibile, tra memoria, percezione e trasformazione.
Ispirata al celebre racconto di Jorge Luis Borges Il giardino dei sentieri che si biforcano, la mostra raccoglie i lavori di tre voci artistiche emergenti: Ish Lipman, Lily Hargreaves e Martina Cassatella. Tre visioni differenti, ma unite da una tensione comune verso un mondo fluido e multiforme, dove i confini tra reale e immaginario si dissolvono. E ogni opera diventa un sentiero possibile tra i molti che si diramano nello spazio dell’esperienza.

Figure sospese
Lipman ci conduce in paesaggi familiari ma sottilmente dislocati, popolati da figure sospese tra sogno e realtà. La sua pittura esplora il senso di smarrimento e silenzio interiore che accompagna il cambiamento, trasformando il quotidiano in uno scenario onirico e inquieto. Hargreaves, invece, attinge alla memoria storica e alla pittura britannica tra le due guerre per raccontare un passato che non è mai davvero concluso. Nei suoi dipinti, l’“affare Galapagos” diventa punto di partenza per riflettere sulla tensione tra natura e cultura, costruendo un tempo ibrido, in cui la memoria diventa materia viva per immaginare nuovi futuri.
Cassatella mette al centro della sua ricerca la luce, intesa come elemento rivelatore e poetico. Nei suoi lavori, la luce si fa presenza fisica e metaforica, che dialoga con il buio non come suo opposto, ma come condizione necessaria alla rivelazione. Un approccio che si ispira alla celebre metafora delle lucciole di Pasolini, dove il buio diventa spazio per una luce fragile ma persistente. La mostra è visibile fino al 30 maggio, qui trovate una galleria di immagini…