
L’opera di Bizet, la più famosa, Carmen, fece il suo debutto il 3 marzo 1875, ma l’accoglienza fu tutt’altro che calorosa. Il pubblico non gradì affatto un’opera dall’eccessiva crudezza della recitazione e senza un balletto. Bizet ne rimase tanto addolorato da morirne. Un vero peccato perchè invece solo qualche mese dopo quando fu eseguita a Vienna conquistò tutti, compresi Wagner, Tchaikovsky e Bismarck che Brahms considerava il miglior intenditore operistico della Germania. Wagner apprezzò a tal punto l’opera da considerarla la base per un rinnovamento del teatro musicale francese.
Il racconto di quella donna senza scrupoli, dal fascino irresistibile, animata da un’incondizionata tensione alla libertà viene da un racconto di Prosper Merinée ed è indubbio che il capolavoro di Bizet, con le sue armonie taglienti, la predilezione per timbri strumentali puri che mettono in risalto i singoli strumenti, esalti a pieno il colore della Spagna evocando un mondo arcaico di sangue e passioni.
Carmen è il penultimo titolo operistico della stagione al Carlo Felice di Genova ed alla prima del 16 maggio ha registrato il tutto esaurito. L’allestimento, quello dell’Opera di Roma, con la regia di Emilio Sagi (ripresa da Nuria Castejon) e la direzione del maestro Donato Renzetti, ha conquistato la platea genovese, grazie anche ad Annalisa Stroppa che ha brillato nel ruolo della protagonista. La sua è stata una Carmen dalla voce scura, ma calda e soprattutto dalla presenza scenica forte, sicura, affascinante. Del resto la Stroppa è avvezza nel ruolo della sigarettaia seduttrice, infatti debuttò in Carmen nel 2011 al Teatro Sociale di Trento, e poi ancora a Limoges nel 2014, ma si era era misurata già con un brano dell’opera nel 2010 in Ungheria, in cui aveva cantato il duetto finale con Placido Domingo.
Accanto a questa femminilità indomita sappiamo essere contrapposta quella rassicurante e forse un po’ scontata di Micaela, qui interpretata da Giuliana Gianfaldoni , soprano tarantino che ha debuttato al Rossini Opera Festival nel 2019 nel ruolo di Corinna in Viaggio a Reims. La sua Micaela è stata molto delicata ed espressiva tanto da maritare gli applausi più sentiti del pubblico genovese.
Molto brave anche Vittoriana de Amicis e Alessandra Della Croce, rispettivamente nei ruoli di Frasquita e Mercedes, le gitane amiche di Carmen. Sicuramente si sentirà ancora parlare di loro.
Francesco Meli, nei panni di Don José, se inizialmente ha convinto meno che in altre sue interpretazioni verdiane, si è poi riscattato via via, soprattutto nel terzo e quarto atto in cui ha tirato fuori tutta la drammaticità implicita nella morale dell’opera di Bizet che attraverso l’incompatibilità tragica dell’amore dei due riassume il paradigma dell’incompatibilità universale ed archetipa della relazione tra uomo e donna. Del resto Don Josè rappresenta la figura di un ragazzo ingenuo, un ragazzo di paese che si trova a sostenere un conflitto interiore che non sa gestire fino a rimanerne sopraffatto. Solo la morte può mettere rimedio a ciò.
Meno entusiasmante la prestazione di Luca Tittoto in Escamillo, un ruolo poco adatto alle sue qualità vocali. Eccellenti orchestra e coro, con una menzione speciale per il coro di voci bianche diretto da Gino Tanasini. Per quanto riguarda la regia si è gradito non fosse molto invasiva come purtroppo si vede spesso in altri allestimenti d’opera. Nelle scenografie essenziali, ma che richiamano esterni ed interni dei luoghi in cui si svolge la vicenda, c’è attenzione a mantenere quel giusto equilibrio richiesto dalla partitura che delinea perfettamente la lotta tra lo spirito apollineo (con il suono delle trombe che richiamano alla caserma) e lo spirito dionisiaco (scandito dalle nacchere). il regista ha compreso benissimo che non occorreva sovrastare con scenari ridondanti, né stravolgere con video psichedelici e laser. Finalmente un allestimento in cui prevalgono musica e canto come vuole la tradizione e come è giusto sia. Belle ed adeguate le coreografie curate da Nuria Castejon.
Le prossime repliche saranno venerdì 23 maggio alle ore 20 e sabato 24 e domenica 25 alle ore 15.














