Print Friendly and PDF

Il Vaticano, Sironi e una clessidra. Arte e musica nel romanzo di Paolo Asti

Paolo Asti, a destra, alla presentazione del libro Paolo Asti, a destra, alla presentazione del libro
Paolo Asti, a destra, alla presentazione del libro
Paolo Asti, a destra, alla presentazione del libro
Presentato all’ultimo Salone del Libro di Torino, appena concluso, il libro “Aqua. Ventuno giorni con l’acqua alla gola”, di Paolo Asti

Il romanzo s’intitola Aqua. Ventuno giorni con l’acqua alla gola, e l’autore è Paolo Asti. Attenzione, la parola “aqua” nel titolo si riferisce al termine latino, e non si tratta quindi di un refuso. All’ultimo Salone del Libro di Torino, appena concluso, presso lo stand della Regione Liguria, la casa editrice SAGEP ha presentato un romanzo dai frequenti riferimenti al mondo dell’arte contemporanea e non. È stata in questa occasione che ho incontrato l’autore, che mi ha parlato diffusamente del suo libro, regalandomene gentilmente una copia che mi riprometto di leggere al più presto.

Il romanzo, mi racconta lo scrittore, si svolge su più piani narrativi: da un lato è una storia sentimentale, ma le vicende dei protagonisti si snodano intorno a fatti realmente accaduti nella storia e cronaca dell’Italia degli anni ’80. Ma si racconta anche di un furto di opere d’arte, della ricerca di una mitica clessidra dagli strani poteri e molto altro ancora.

La vicenda ha per protagonista un uomo, Rocco Chigi, appassionato d’arte e che presto scopriamo essere di nobili origini (è imparentato addirittura con un papa). Trascinato da una promessa sentimentale, a sua volta fomentata da un intenso scambio di lettere, l’uomo si trova suo malgrado coinvolto in una fitta serie di avventure e disavventure che si susseguono secondo un ritmo sempre più pressante, fino alla conclusione.

 

La copertina del romanzo di Paolo Asti
La copertina del romanzo di Paolo Asti
Intreccio intricato

Il tema del ritmo non è affatto casuale o fortuito. Al contrario, la scelta di un’esposizione particolarmente ritmata risponde alla volontà dell’autore di far somigliare il più possibile il suo romanzo, in qualche modo, per la forma e per la struttura, a un pezzo musicale jazz. Per questa ragione, narrativamente, il ritmo è sempre molto vivace, così come il gioco di tempi, mentre non mancano gli elementi essenziali dell’imprevedibilità e della sorpresa. E Caetano Veloso è citato nell’incipit del testo con i versi di una sua famosa canzone.

Nel romanzo, mentre si trova, come si è accennato, a far i conti con una serie di fatti storici della cronaca italiana rimasti irrisolti, dal rapimento Orlandi in Vaticano alla Banda della Magliana, il protagonista ha a che fare con il caso del furto di un’opera di Mario Sironi. Il tutto giocato intorno al macguffin della mitica “clessidra Polo”, oggetto prezioso e dotato di particolari poteri. Il risultato è un testo scritto con un tono vivace, dall’intreccio intricato, in cui più elementi si sommano l’uno con l’altro, e che non potrà non incuriosire gli appassionati di arte e di musica jazz.

Paolo Asti è nato a La Spezia nel 1964 e da anni si occupa attivamente di arte contemporanea su tutto il territorio nazionale, collaborando con varie testate del settore e curando mostre ed eventi in spazi pubblici e privati. La sua passione non è però solo l’arte, ma anche la musica, in particolare il jazz, declinato in tutte le sue forme, e soprattutto Caetano Veloso. Tutti questi elementi arrivano nel testo del suo libro, ciascuno cooperando con gli altri in modo diverso alla riuscita della narrazione. Questo è il suo primo romanzo.

Commenta con Facebook