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Imperi del calcolo. Kate Crawford al Centro Digitale della Fondazione Cini

Kate Crawford, photo by Cath Muscat
Kate Crawford, photo by Cath Muscat
La lezione-conferenza dal titolo “Imperi del calcolo: mappare tecnologia e potere nel tempo” animata dagli studiosi Kate Crawford e Vladan Joler

L’intelligenza artificiale non è né artificiale né intelligente”. Sembrano paradossali, queste parole, se si pensa che sono tratte dal libro Atlas of AI: Power, Politics, and the Planetary Costs of Artificial Intelligence. Già, perché l’autrice del saggio è Kate Crawford, ricercatrice che dell’AI è una delle maggiori studiose a livello mondiale. Che nella fattispecie intende sottolineare che l’IA non nasce dal nulla, ma si basa su risorse materiali, infrastrutture energetiche e lavoro umano. E non possiede una vera intelligenza autonoma, ma riflette i limiti e i pregiudizi umani.

Questi temi sono stati al centro della lezione-conferenza dal titolo “Imperi del calcolo: mappare tecnologia e potere nel tempo”, organizzata nei giorni del vernissage della Biennale Architettura dal Centro Digitale della Fondazione Giorgio Cini, a Venezia. Ad accompagnare la Crawford nella seguitissima – anche online – lecture c’era l’accademico e artista Vladan Joler, co-autore assieme a lei dell’importante lavoro Calculating Empires: A Genealogy of Technology and Power Since 1500. Presentato nel 2024 alla Fondazione Prada di Milano, e vincitore del Grand Prize for Science, Technology, and Art della Commissione Europea.

 

Le sfide del presente

I nostri sistemi tecnologici sono sempre più complessi, interconnessi, automatizzati e opachi”, hanno spiegato fra l’altro i due studiosi. “Le trasformazioni in atto nell’intelligenza artificiale stanno concentrando ulteriormente il potere, ma fanno parte di una traiettoria storica più lunga che dobbiamo comprendere per affrontare le sfide del presente”. Da qui si è dipanato l’approfondimento, in una profonda e critica riflessione sul legame storico tra potere e tecnologia. Un viaggio interdisciplinare capace di unire arte, scienza, design e indagine storica, con l’obiettivo di comprendere le dinamiche che sottendono i sistemi tecnologici contemporanei.

I sistemi di IA sono espressioni di potere che emergono da forze economiche e politiche più ampie”, ha rimarcato Kate Crawford nell’incontro tenutosi l’8 maggio nell’ambito dell’ARCHiVe Online Academy (AOA) della Fondazione Cini. “Quale violenza epistemologica è necessaria per rendere il mondo leggibile a un sistema di apprendimento automatico? Abbiamo bisogno di una forma di governance dell’IA molto più completa”. Da qui l’invito a istituzioni, ricercatori e cittadini a partecipare attivamente al controllo e alla regolazione dell’intelligenza artificiale, affinché non sia guidata solo da logiche di profitto o controllo, ma anche da valori etici e democratici.

 

 

L’incontro si è rivelato dunque un’occasione preziosa per decostruire la retorica dominante sull’IA, ponendo domande urgenti sul nostro rapporto con la tecnologia e sulle strutture di potere che la sorreggono. Un dialogo capace di superare l’“effetto spettacolo” per concentrarsi su storia, responsabilità e futuro.

Humanities e tecnologie

Docente alla USC Annenberg di Los Angeles, Senior Principal Researcher a MSR New York, Kate Crawford ed è stata la prima Visiting Chair in AI and Justice all’École Normale Supérieure di Parigi. Il suo libro Atlas of AI ha ricevuto numerosi premi internazionali ed è stato tradotto in dodici lingue. Attualmente guida il Knowing Machines Project, una collaborazione tra scienziati, artisti e giuristi per indagare i processi di addestramento dei sistemi di intelligenza artificiale. Le sue opere, tra cui Anatomy of an AI System (realizzata con Joler), sono state esposte in oltre 100 mostre internazionali e fanno parte delle collezioni permanenti del MoMA, del V&A Museum e dell’Ars Electronica Center. Alla Biennale Architettura di quest’anno Crawford,e Joler hanno vinto il Leone d’Argento per una promettente partecipazione alla 19. Mostra, Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva per il progetto Calculating Empires: A Genealogy of Technology and Power Since 1500, presentato alle Corderie dell’Arsenale.

Fondazione Prada, Kate Crawford e Vladan Joler, ph Patrick Toomey Neri

Il Centro Digitale – ARCHiVe della Fondazione Giorgio Cini si conferma un punto di riferimento nella convergenza tra humanities e tecnologie emergenti. Dal 2018 promuove la digitalizzazione del patrimonio culturale, l’innovazione nella formazione attraverso AOA, la costruzione di Digital Libraries, il progetto di ricerca Venice Long Data, e iniziative artistiche come D.AI.R. – Digital Artist in Residence.

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