
Dopo un debutto folgorante, LIFE, il nuovo festival multidisciplinare ideato da ZONA K, torna ad animare Milano dal 4 al 21 giugno 2025, portando in scena il suo secondo atto: un fitto calendario di teatro, installazioni, cinema e performance che uniscono sguardo artistico e impegno civile.
Nato per indagare il presente attraverso i linguaggi dell’arte, della scena e dell’attivismo, LIFE si propone come una piattaforma viva, fluida e immersiva dove l’arte incontra la realtà, la decompone e la reinventa. Un laboratorio contemporaneo che scardina i confini tra estetica e politica, documento e poesia.
La prima parte del festival – conclusasi il 19 maggio – ha registrato una grande affluenza di pubblico, inaugurando il progetto con una serata-evento alla Fabbrica del Vapore: protagonista l’installazione immersiva Everything Must Go di Dries Verhoeven, la mostra Cronache di un’apartheid firmata dai fotoreporter di Prospekt e la performance Who’s Afraid of Representation? di Rabih Mroué e Lina Majdalanie. Tre lavori simbolo di LIFE: visionari, politici, emotivamente magnetici.
Nei giorni successivi, il festival ha attraversato temi come migrazioni, IA, sorveglianza digitale e Mediterraneo, grazie a opere che intrecciano linguaggio artistico e analisi sociale. In scena: l’installazione Asymmetric Visions di Liminal / Border Forensics, The Cloud di Arkadi Zaides, La Zona Blu di Kepler-452, Borderline Visible di Ant Hampton, lo spettacolo Fight Night di Ontroerend Goed e la conferenza-perfomance Schwarz Rot Braun di Jean Peters / Correctiv.

Con il ritorno di LIFE a giugno, il festival si fa ancora più capillare e immersivo, invadendo ZONA K, il Teatro Fontana e il Teatro Out Off. In programma: una selezione di documentari internazionali curati dal DIG Festival e due installazioni immersive: Dear Laila di Basel Zaraa, ricordo intimo della Palestina in una casa miniatura da toccare e vivere, e The Parcel Project di Bellinkx & Brinkmann, dove il pubblico diventa… un pacco postale.
Spazio anche alla performance con titoli di grande impatto: Reas di Lola Arias, film che fonde musical e documentario per raccontare la realtà carceraria femminile; Magda Toffler di Boris Nikitin, che attraversa la memoria personale come atto politico; Centroamérica della compagnia Lagartijas Tiradas al Sol, viaggio tra le geografie invisibili della violenza; Foresto di Babilonia Teatri, potente riscrittura di Koltès tra dialetto, musica elettronica e LIS; The Mountain di Agrupación Señor Serrano, scalata multimediale tra sport, fake news e verità; Beyond the Now di Nicola Di Chio, Miriam Selima Fieno e Christian Elia, teatro-giornalismo dal cuore del conflitto palestinese; As Far as My Fingertips Take Me di Tania El Khoury e Basel Zaraa, arte che si fa contatto fisico e relazione
A chiudere il festival, il 21 giugno, Jeton Neziraj / Qendra Multimedia con The Handke Project, satira tagliente sul ruolo dell’intellettuale nella giustificazione della guerra.
Con LIFE, ZONA K firma un progetto innovativo e necessario: un festival che attraversa e scardina i confini – artistici, politici, geografici – per costruire una narrazione collettiva e critica del nostro tempo. In un mondo frammentato, LIFE propone una visione connettiva, dove l’arte diventa ponte, lente, scintilla.














