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Casa Pasolini: al via i lavori per restituire al pubblico la prima dimora romana del poeta

Casa Pasolini, a Roma Casa Pasolini, a Roma
Casa Pasolini, a Roma
Casa Pasolini, a Roma
Casa Pasolini recentemente è entrata a far parte del circuito museale nazionale grazie alla donazione del produttore Pietro Valsecchi

Un piccolo appartamento nella periferia nord-est di Roma, a pochi passi dal carcere di Rebibbia, sta per trasformarsi in un luogo simbolico e vitale della cultura italiana. È qui, in via Giovanni Tagliere, che Pier Paolo Pasolini visse i suoi primi anni romani, tra il 1951 e il 1954, condividendo lo spazio con la madre e insegnando ai ragazzi di Ciampino. Oggi quella casa torna a parlare, grazie a un progetto di recupero che mira a restituirla alla città e alla memoria collettiva.

L’iniziativa, promossa dalla Direzione Generale Musei in collaborazione con l’Istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo, riporta l’attenzione su un luogo finora rimasto in ombra, ma centrale nella biografia e nell’opera del poeta. Casa Pasolini, recentemente entrata a far parte del circuito museale nazionale grazie alla donazione del produttore Pietro Valsecchi, diventerà presto un nuovo presidio culturale, un punto d’incontro tra storia, territorio e creatività.

 

Mario Dondero, Pier Paolo Pasolini con la madre Susanna, Roma, 1962
Mario Dondero, Pier Paolo Pasolini con la madre Susanna, Roma, 1962

Gli interventi in corso, che si concluderanno entro ottobre 2025, non si limitano a un semplice restauro. L’obiettivo è ambizioso: trasformare l’abitazione in uno spazio multifunzionale, accessibile e vivo. Saranno aggiornati gli impianti per garantire sicurezza e comfort, restaurati gli elementi originali e recuperati gli arredi coerenti con l’epoca. Anche ambienti come la cucina e il bagno saranno ripensati per integrarsi nel percorso espositivo.

Ma il cuore del progetto è ben più ampio: fare di Casa Pasolini un laboratorio permanente di cultura. Sono previste una biblioteca tematica, visite guidate, letture pubbliche anche in streaming, attività didattiche e iniziative legate alla ricerca. In prospettiva, prenderanno forma collaborazioni con il carcere di Rebibbia e programmi di sostegno per giovani artisti, attraverso borse di studio e residenze.

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