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Dopo oltre due secoli, un Guido Reni ritrovato passa in asta da Millon-Artcurial

Guido Reni, - David tenant la tête de Goliath - ©Artcurial
Guido Reni, Davide che contempla la testa di Golia © Artcurial

Un’eccezionale scoperta scuote il mondo dell’arte: Davide che contempla la testa di Golia, dipinto di Guido Reni realizzato nei primi anni del Seicento e considerato perduto per oltre 200 anni, sarà battuto all’asta il 25 novembre dalle case d’asta Millon e Artcurial. La stima per quest’opera straordinaria oscilla tra i 2 e i 4 milioni di euro.

Davide che contempla la testa di Golia, eseguita attorno al 1605-1606, riappare oggi dopo una lunga assenza dalla scena pubblica. Acquistata direttamente dall’artista dal duca Francesco I d’Este, passò nelle collezioni del principe Eugenio di Savoia e successivamente alla corte dei Savoia a Torino. Fu sottratta durante l’occupazione francese a fine Settecento e trasportata in Francia dal generale Pierre-Antoine Dupont de l’Étang. Rimasta sconosciuta fino ad oggi, è stata rinvenuta presso i suoi eredi.

Questa versione del “Davide” mostra il giovane eroe in un momento di riflessione, distante da ogni posa celebrativa. Il volto assorto del protagonista e la presenza inquietante della testa mozzata di Golia creano un contrasto che riflette la complessità morale del racconto biblico. Lo stile fonde realismo e idealizzazione: se il chiaroscuro profondo e la crudezza della decapitazione evocano Caravaggio, la compostezza della figura e la luce diffusa testimoniano l’adesione di Reni ai canoni classici propugnati dall’Accademia dei Carracci. Il dipinto si inserisce quindi in quel momento storico in cui si confrontano due visioni opposte dell’arte: da un lato il naturalismo drammatico caravaggesco, dall’altro l’equilibrio e la grazia della scuola bolognese.

Il dipinto appartiene alla cosiddetta “variante Créquy”, identificata grazie agli studi di Corentin Dury, e imparentata strettamente con l’esemplare conservato al Louvre, proveniente dalla collezione dell’ambasciatore Charles III de Créquy. Le somiglianze compositive tra le due tele sono evidenti, anche se Guido Reni introdusse variazioni puntuali, dimostrando una certa libertà creativa nelle sue versioni autografe. Riflessioni queste che si sono intensificate negli ultimi anni, grazie alle recenti esposizioni internazionali che hanno analizzato la produzione dell’artista bolognese, tra cui quelle tenute a Francoforte, Madrid e Orléans tra il 2022 e il 2024.

La messa in vendita del Davide risveglia grande interesse tra storici dell’arte, collezionisti e istituzioni. Oltre al suo valore artistico, l’opera racchiude una narrazione affascinante fatta di grandi personaggi storici, spostamenti tra corti europee, guerre napoleoniche e secoli di oblio. Il 25 novembre potrebbe dunque segnare non solo il ritorno sul mercato di un’opera magistrale, ma anche la restituzione alla storia di un importante tassello del Seicento italiano. Per questo, al fianco di Artcurial e Millon, è da segnalare l’impegno da parte dell’avamposto italiano di quest’ultima, Il Ponte, nella promozione di un’opera che sarebbe prezioso poter ammirare nelle sale di un’istituzione nazionale.

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