
Un percorso immersivo di Minguzzi in cui l’immagine si fa presenza viva, tra metamorfosi, ibridazione e tensione tra visibile e invisibile
“Assecondo ciò che accade”: è da questa apertura di senso, dichiarata da Enrico Minguzzi e ripresa dalla curatrice Sole Castelbarco Albani, che prende forma Fragili Creature, la mostra appena conclusasi presso la Galleria Giovanni Bonelli di Pietrasanta. In esposizione, un corpus di dipinti e sculture che sembrano più rivelarsi che essere costruite, in un dialogo silenzioso tra gesto artistico e materia. Una riflessione profonda sul concetto di ibridazione: tra naturale e artificiale, tra umano e non umano, tra immaginazione e realtà.
“Le creature di Minguzzi”, scrive la curatrice, “nuove specie in continua evoluzione, sono spesso frutto di contaminazioni, dove la natura e l’intervento umano si fondono in un’armonia inquietante. Minguzzi non si limita a essere testimone di questo processo, ma lo esplora con una sensibilità che riflette sulle possibili traiettorie future della nostra realtà, dove tecnologia e natura si intrecciano, creando scenari che oscillano tra il fantastico e il reale”. Qui una serie di immagini della mostra…