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Sotto la terra di Auxerre, riemerge una delle più grandi ville della Gallia romana

Veduta dell'ala nord della villa in fase di scavo. Credits: © Ch. Fouquin, Inrap
Veduta dell’ala nord della villa in fase di scavo. Credits: © Ch. Fouquin, Inrap
Nascosta per secoli lungo le rive tranquille del fiume Yonne, nei pressi di Auxerre, in Francia centrale, un’antica meraviglia romana torna finalmente alla luce. Si tratta della villa di Sainte-Nitasse, un’imponente residenza aristocratica romana che, secondo gli archeologi, potrebbe riscrivere la mappa del lusso e del potere nella Gallia dell’Impero.

Scoperta per la prima volta nel XIX secolo e solo parzialmente esplorata negli anni ’60, la vera portata del sito è emersa soltanto oggi grazie agli scavi condotti dall’Institut national de recherches archéologiques préventives (Inrap), in vista della costruzione di una nuova strada. E ciò che hanno trovato lascia senza fiato: un edificio di oltre 3.900 metri quadrati, completo di terme, mosaici, marmi pregiati e un giardino interno con fontana. Una “domus” da sogno per l’élite romana.

“È raro trovare muri così solidi e strutture così complesse risalenti a quest’epoca”, spiega Alexandre Burgevin, archeologo capo dello scavo. “Questa era la dimora di una famiglia potente, probabilmente coinvolta sia nella politica che nella produzione agricola”.

La villa, risalente al periodo compreso tra il I e il III secolo d.C., si affacciava direttamente sulla Via Agrippa, arteria cruciale dell’Impero che collegava Lione alla Manica. Non solo dimora, dunque, ma centro nevralgico di un’area economica in pieno fermento.

All’interno del complesso, gli archeologi hanno individuato sale di rappresentanza, stanze private, cucine e – fiore all’occhiello – un sofisticato sistema di terme con ipocausto, ovvero riscaldamento sotto il pavimento. Un impianto ingegneristico da manuale, degno delle residenze imperiali.

Ma la storia della villa non finisce con Roma. Dopo il declino dell’Impero nel IV secolo, l’edificio venne riadattato in epoca medievale, forse da comunità monastiche che riutilizzarono parte delle stanze, anche se su scala decisamente più ridotta.

Il sito sarà protagonista delle prossime Giornate Europee dell’Archeologia, in programma il 15 giugno, quando sarà possibile visitarlo da vicino. Inrap promette nuove rivelazioni nei mesi a venire.

“La grandezza della struttura riflette lo stile di vita agiato dei suoi antichi abitanti”, dichiara Inrap. “Ora vogliamo studiare ogni traccia del loro quotidiano, per riportare alla luce non solo pietre, ma persone”.

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