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“Condizioni insostenibili”, e il Louvre sciopera all’improvviso

I visitatori aspettano davanti alla Piramide del Louvre, progettata da IM Pei, per visitare il museo del Louvre a Parigi il 17 agosto 2022. Foto: Stefano Rellandini/AFP tramite Getty Images.
I visitatori aspettano davanti alla Piramide del Louvre, progettata da IM Pei, per visitare il museo del Louvre a Parigi il 17 agosto 2022. Foto: Stefano Rellandini. Courtesy of Getty Images.
Il museo più visitato al mondo, il Louvre, si ferma: dietro la facciata inclusiva e accogliente, lavoratori al collasso.

Nel pieno della stagione turistica parigina, davanti alla celebre piramide di vetro del Louvre regnava lo sconcerto: cancelli chiusi, visitatori spaesati, nessun preavviso. Il museo simbolo dell’arte mondiale, che lo scorso anno ha accolto 8,7 milioni di persone, ha improvvisamente sospeso le attività a causa di uno sciopero lampo del personale. Il motivo? Condizioni di lavoro ormai al limite della sopportazione.

Custodi, addetti alla sicurezza, bigliettai: tutti fermi. La decisione è esplosa durante una riunione interna ordinaria, trasformandosi in una protesta contro sovraffollamento cronico, carenze di organico e una manutenzione strutturale che fa acqua da tutte le parti — nel vero senso della parola. Le infiltrazioni, segnalate anche in prossimità di opere di altissimo valore, stanno diventando un pericolo reale. Ma il vero corto circuito si consuma su un piano più profondo.

Sì, perché mentre il Louvre — come molti musei oggi — si presenta come un’istituzione moderna, aperta e inclusiva, attenta ai diritti delle minoranze, ai bisogni delle persone fragili, disabili, LGBTQIA+, nei suoi comunicati e nelle sue mostre, dietro le quinte si consuma tutt’altro spettacolo. Chi quelle opere le protegge ogni giorno, chi permette l’accesso, chi garantisce sicurezza e accoglienza, lavora in condizioni che gli stessi sindacati definiscono “indegne”. Un bel viso a cattivo gioco, insomma.

“Non possiamo aspettare sei anni per vedere un miglioramento” denuncia Sarah Sefian, rappresentante sindacale della CGT-Culture. “La pressione è adesso. E non si tratta solo dell’arte: si tratta delle persone che la custodiscono.”

La protesta arriva dopo la diffusione di un memo riservato della direttrice Laurence des Cars, in cui si parlava apertamente di guasti strutturali, danni crescenti e gestione del pubblico fuori controllo. Un grido d’allarme che ha spinto l’Eliseo a reagire con il progetto “Louvre Nouvelle Renaissance”, un piano faraonico da 700–800 milioni di euro per rinnovare il museo entro il 2031.

Ma ai lavoratori il futuro interessa relativamente, perché il presente li sta schiacciando…

Nel frattempo, i turisti sotto la pioggia osservano increduli l’ennesima contraddizione francese: un tempio della cultura che proclama apertura, accoglienza e progresso… ma dimentica chi ne rende possibile ogni giorno l’esistenza.

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