
Typologien presenta alla Fondazione Prada un excursus nella storia della fotografia tedesca con 25 artisti e 600 immagini realizzate dal 1906 al Duemila
La tipologia applicata agli studi botanici del Seicento e del Settecento può trasformarsi in un’indagine estesa alla fotografia?. Ci ha pensato Susanne Pfeffer, storica dell’arte e direttrice del Museum MMK Für Moderne Kunst presentando alla Fondazione Prada (fino al 14 luglio) una mostra colossale dal titolo: Typologien Photography in 20th Century Germany. Un autentico excursus nella storia della fotografia tedesca con 25 artisti e 600 immagini realizzate dal 1906 al Duemila.
“In nessun luogo più che nella Germania del XX secolo sono state create così tante tipologie con mezzi fotografici, con i loro antipodi ludici e politici. Le tipologie consentono una particolare chiarezza che lascia emergere somiglianze e differenze. L’impostazione sistematica consente alla visione e al pensiero di concentrarsi, pertanto permette di cogliere altri dettagli e riconoscere contesti più ampi”, afferma la curatrice. Le fronde arricciate delle felci reali di Karl Blossfeldt, icona botanica e riconfigurata nel dettaglio dall’intento dell’autore, inarrestabile raccoglitore di piante a Berlino e dintorni, inaugurano l’iter dell’esposizione e annunciano la volontà comune dei fotografi di classificare la realtà con un metodo seriale e sistematico.

E così da Bernd e Hilla Becher, artefici di un archivio che documenta la storia dell’architettura della modernità industriale nel dopoguerra e altresì di quel metodo che ha ispirato e continua a ispirare generazioni di artisti alla polacca si incontra Lotte Jacobi, famosa per i suoi ritratti al mondo intellettuale ma in questo contesto in mostra con una serie di ritratti di piante. La berlinese Ursula Schulz-Dornburg ha scelto di documentare, dal 1997 al 2011, le fermate dell’autobus in zone anche remote, in quel periodo di transizione della Germania dell’Est, dall’appartenenza all’Unione Sovietica al nuovo status di repubblica indipendente, con un effetto straniante e surreale.
Esaustiva e capillare
Non possono mancare le opere ricercate di Candida Höfer, Thomas Struth o Thomas Ruff o il lavoro di Wolfgang Tillmans dedicato al Concorde. Risultato di un’utopia tecnologica che oggi lascia solo un ricordo di inquinamento dell’aria e distruzione dell’ambiente. Da non perdere il lavoro storico e enciclopedico di Hans Peter Feldmann con Die Toten (1967-1993) con la serie di novanta immagini, riproduzioni sgranate da giornali e riviste, che ritraggono le vittime dei movimenti politici dissidenti della Repubblica Federale di Germania.

Esaustiva e capillare al primo piano Persone del XX secolo Portfolio degli archetipi, la grande panoramica dell’essere umano di August Sander. E comprende anche Prigionieri politici del figlio Erich Sander che nel 1935 viene condannato per attività sovversive e nel carcere di Siegburg dove lavora come fotografo, esegue ritratti ai suoi compagni di prigionia. Seguono i ritratti a colori di soggiorni di abitazioni, datati 1976, sviluppati come una narrazione etnografica di un periodo della RDT (Repubblica Democratica Tedesca) o i ritratti di Christian Borchert, documento fondamentale della storia della fotografia, fatti ai membri di ottanta famiglie dall’inizio degli anni Ottanta del Novecento e poi nel 1993 dopo il crollo della RDT.

Le connessioni inaspettate tra diversi approcci al linguaggio fotografico è il leit motiv di questa vasta esposizione. Che offre uno spaccato formidabile sull’evoluzione, il pensiero e la qualità delle fotografie e gli sguardi dei 24 artisti . “Solo l’accostamento permette di scoprire, nel confronto diretto cos’è individuale e cos’è universale, normativo o reale. Le differenze attestano la ricchezza della natura e dell’immaginazione umana: la felce, la mucca, l’essere umano …la fermata dell’autobus, la torre idrica, il museo. Il confronto tipologico lascia emergere differenze e somiglianze, e coglie le specificità. Aspetti finora sconosciuti o ignorati della natura, dell’animale, o dell’oggetto, di un luogo o di un tempo si rendono visibili e riconoscibili”, spiega Susanne Pfeffer.
