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I guardiani del Maine rischiano di scomparire, per sempre

I fari storici del Maine sono in pericolo nel 2025 secondo il World Monuments Fund
I fari storici del Maine sono in pericolo, secondo il World Monuments Fund
Dopo la serie di tempeste devastanti che ha colpito la costa del Maine (nella parte nord-orientale degli Stati Uniti) all’inizio dello scorso anno, strappando via passerelle, abbattendo mura e scardinando persino la porta della torre del Portland Head Light, il faro più antico dello stato, ci sono altre minacce: l’inazione, l’oblio e la scarsità di fondi rischiano di far sparire per sempre questi simboli della tradizione marittima americana.

Oggi, 66 fari disseminati lungo oltre 5.500 chilometri di litorale – da Kittery fino al confine con il Canada – sono ufficialmente in pericolo. Lo ha decretato il World Monuments Fund, che ha inserito i fari del Maine nella sua tanto prestigiosa quanto allarmante lista dei siti culturali più a rischio per il 2025. Tra le voci della lista: monasteri portoghesi in rovina, cisterne antiche nella Tunisia colpita dalla siccità e palazzi bombardati a Kiev.

“I fari sono molto più di semplici strutture: sono memoria viva, romantici guardiani delle nostre coste”, racconta Tara Kelly, direttrice di Maine Preservation. “Ma stanno crollando. E il tempo per salvarli sta finendo.”

Il caso emblematico è proprio il Portland Head Light, completato nel 1791 su indicazione di George Washington. Con oltre un milione di turisti l’anno, è uno dei fari più fotografati al mondo. Eppure, nel gennaio scorso, le tempeste lo hanno messo in ginocchio: la sua passerella è stata distrutta, la porta della torre divelta, e molte strutture ausiliarie danneggiate.

Alto 80 piedi, il faro di Portland Head è il più antico faro del Maine, commissionato da George Washington nel 1791

Bob Trapani Jr., direttore dell’American Lighthouse Foundation, ha sorvolato la costa insieme a Ford Reiche, proprietario e restauratore di Halfway Rock. “Abbiamo visto muri crollati, fondamenta sradicate, case sommerse. Il bilancio? Almeno 5,5 milioni di dollari in danni. Le risorse disponibili? Nessuna”.

Un tempo gestiti dal governo federale, i fari sono ora affidati a privati o fondazioni no-profit. L’elettrificazione e la navigazione digitale hanno reso superflui i guardiani in carne e ossa, lasciando le strutture in uno stato di abbandono progressivo. Ma con la crisi climatica che avanza e il livello del mare che continua a salire – si prevede un incremento di 1,5-3 piedi entro il 2050 – la situazione è precipitata. “Queste strutture sono state costruite, letteralmente, dove il mare picchia più forte”, sottolinea Kelly. “Hanno resistito per oltre due secoli, ma oggi sono molto più vulnerabili”.

L’inserimento nella lista del World Monuments Watch porta visibilità, fondi potenziali e reti internazionali. Il Maine sta già collaborando con l’Università del New England per mappare i danni e creare piani di intervento. E Trapani è convinto che i fari possano diventare un simbolo positivo: “Se riusciamo a salvarli, possiamo imparare come proteggere l’intera costa. I fari possono guidarci anche questa volta”. In un’epoca in cui il cambiamento climatico sta riscrivendo le mappe e la storia, i fari del Maine ci ricordano che il passato ha ancora molto da dirci. Ma solo se decidiamo di ascoltarlo.

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