
Editti, carteggi, disegni, testi medici, incisioni e installazioni multimediali per raccontare la storia delle epidemie a Venezia
“Questa lunga storia ci conferma che una pandemia richiede una risposta a tutto campo da parte dell’intera società. Richiede coesione, solidarietà, consenso. Richiede una riflessione, anticipata, sui principi sottostanti le scelte politiche e tecniche da attuare nell’emergenza”. La storia di cui si parla è quella di Venezia. E con queste parole il direttore scientifico Daniele Franco introduce la grande mostra documentaria Venezia e le epidemie, visibile fino al 19 dicembre alla Fondazione Giorgio Cini, sull’Isola di San Giorgio Maggiore.
È la Biblioteca del Longhena a ospitare la rassegna che racconta come la Serenissima affrontò le emergenze sanitarie tra XIV e XVII secolo. Diventando un modello di gestione pubblica delle pandemie. Organizzata dalla in occasione dei 70 anni dell’Istituto di Storia della Società e dello Stato Veneziano, l’esposizione propone un affascinante viaggio nella storia della sanità veneziana. Tra prevenzione, organizzazione e risposta collettiva.

Quattro secoli di storia
Attraverso un ricco apparato di materiali originali – editti, carteggi, disegni, testi medici, incisioni e le rare “fedi di sanità”, veri e propri passaporti sanitari dell’epoca – il visitatore è guidato lungo quattro secoli di storia. Un patrimonio in gran parte inedito e proveniente dagli archivi della Fondazione, dall’Archivio Storico di Venezia, dalla Biblioteca Marciana e dal Museo Correr. Un percorso che si completa con la memoria architettonica e religiosa lasciata dalle epidemie: basiliche e chiese votive come il Redentore o la Salute, simboli di una città che seppe rispondere con coesione, solidarietà e lungimiranza a crisi ricorrenti e devastanti.
La mostra si inserisce nel progetto tematico 2025 Democrazia e pandemie, che la Fondazione Cini dedica alla riflessione sul rapporto tra emergenze sanitarie e società civile. Tra le iniziative collegate, un convegno storico e storiografico sui temi dell’esposizione si terrà il 17 ottobre. Fondamentale anche il volume edito da Marsilio con contributi di storici e studiosi, che accompagna la mostra.
Un viaggio immersivo con lo studio camerAnebbia
Accanto ai documenti e alle testimonianze d’archivio, Venezia e le epidemie offre anche un’inedita esperienza immersiva grazie all’installazione multimediale realizzata dallo studio camerAnebbia. Il collettivo milanese – formato da Lorenzo Sarti, Marco Barsottini e Matteo Tora Cellini – ha ideato un percorso interattivo che fonde arte, tecnologia e divulgazione storica. Grazie ai materiali digitalizzati dal Centro Digitale ARCHiVe della Fondazione Cini, l’installazione consente di sfogliare virtualmente antichi volumi, esplorare spazi architettonici in 3D, entrare nei dipinti e seguire itinerari animati tra calli e campi veneziani.
Il progetto si avvale della collaborazione con Venice Long Data, iniziativa che applica l’intelligenza artificiale e la scienza delle reti ai dati d’archivio. Attraverso l’elaborazione di migliaia di deliberazioni del Senato veneziano, i ricercatori sono riusciti a ricostruire biografie individuali ai tempi della peste. Trasformando semplici tracce documentarie in storie vive. L’AI generativa ha dato volto e voce a uomini e donne del passato, restituendo umanità e profondità a un capitolo centrale della storia di Venezia. L’installazione di camerAnebbia traduce questa complessità in un linguaggio accessibile e coinvolgente. Rendendo la visita un’esperienza che unisce conoscenza, emozione e meraviglia.

Venice Long Data: una nuova scienza per il passato
La collaborazione con Venice Long Data rappresenta uno degli elementi più innovativi della mostra. Nato dalla sinergia tra Fondazione Giorgio Cini e Università Ca’ Foscari Venezia, il progetto mira a rivoluzionare l’accesso e lo studio del patrimonio archivistico attraverso l’uso avanzato di intelligenza artificiale, Big Data e scienza delle reti. L’obiettivo è ambizioso: creare un meta-database storico capace di connettere e rendere interrogabili milioni di documenti antichi, aprendo alla possibilità di analisi quantitative e trasversali su scala europea e mediterranea.
Grazie a tecnologie come la trascrizione automatica, il natural language processing e i large language models applicati ai testi storici, Venice Long Data costruisce le basi per una nuova scienza del passato. Un’iniziativa che mette l’Italia al centro della rivoluzione digitale negli studi storici, rendendo la memoria archivistica non solo conservata, ma finalmente fruibile, interconnessa e accessibile a nuove generazioni di studiosi e cittadini.













