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Cent’anni di Giancarlo Sangregorio: la pietra, il legno, i luoghi

Giancarlo Sangregorio, Druogno © Archivio Fondazione Sangregorio
Giuseppe Sangregorio © Archivio Fondazione Sangregorio
A Sesto Calende, sul lago Maggiore in provincia di Varese, circondata da un parco di circa quattro ettari, incanta la Fondazione Giancarlo Sangregorio, nata nel 2011 per volontà dello scultore, ricavata dall’abitazione dove ha vissuto e lavorato dal 1959 al 2013, anno della sua scomparsa. E Lugano, Gallarate e a Milano, sono in corso i festeggiamenti per il centenario dello scultore

Sullo sfondo delle Alpi piemontesi, affacciata su un panorama mozzafiato, oltre alla Casa Museo e allo studio di Sangregorio, c’è anche un edificio ispirato ai progetti dell’architetto Alvar Aalto. La Fondazione Sangregorio, situata in Val Vigezzo, incastonata nell’antico luogo di transito, accanto alle montagne che l’artista ha a lungo percorso e che sono state fonte di ispirazione, è un luogo di studio, un attivo centro culturale, espositivo e di conferenze. Promuove e tutela le opere dello scultore, appassionato collezionista di arti primitive, in particolare di maschere Dongon e di sculture della Nuova Guinea. Le sue sculture sono custodite in collezioni private e pubbliche italiane ed estere. Numerosi sono i monumenti realizzati in diverse città europee, riconoscibili per l’incredibile sintesi formale e l’abilità manuale. Sangregorio è un maestro che ha superato i codici dell’informale, producendo arte per se stesso, al di fuori delle logiche di mercato o di mode, per il piacere estetico di creare opere volutamente innaturali e conturbanti, in rapporto con la natura. Le sue grandi sculture in legno e le opere di medie dimensioni in pietra, granito, travertino rosso e marmo sono davvero modernissime. In occasione del suo centenario, oltre alla visita del Min. Plen. Umberto Vanni d’Archirafi, nuovo Console italiano a Lugano alla Fondazione, il MUSEC – Museo delle Culture di Lugano, festeggia lo scultore con la mostra “Giuseppe Sangregorio. Passione Primitivista”, prorogata fino al 7 settembre; mentre fino al 5 ottobre il MA*GA di Gallarate, ospita “Sangregorio e la luce”, e a Milano Palazzo Citterio e il cortile della Pinacoteca di Brera espongono una serie di grandi sculture dell’artista.

Giancarlo Sangregorio, Druogno © Archivio Fondazione Sangregorio

Lo scultore, tra i più originali nel panorama italiano, capace di dialogare con il legno, la pietra, il marmo e altri materiali, ha frequentato i corsi di Marino Marini all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, anche se aveva già imparato il mestiere da autodidatta direttamente nelle cave della Val d’Ossola. Proprio qui, nell’incanto di un paesaggio unico al mondo, tra eriche, rododendri, licheni, pini e arbusti montani, spiccano nel giardino della sua Casa Atelier otto opere che si offrono allo sguardo dello spettatore curioso di scoprire l’attività di uno spirito libero e solitario, amante dei viaggi e attratto dalle sculture primitive che provocano turbamento.

Giancarlo Sangregorio, Kabale und Liebe, 1997, legno e marmo di Ornavasso, 56x210x23cm, Fondazione Sangregorio © Archivio Fondazione Sangregorio

Scultore, poeta, intellettuale e collezionista di arte primitiva, Giancarlo Sangregorio, solo al cospetto della natura, scolpendo, trovava un’umanità fragile e disperata nel tempo e nello spazio. Vi affascinerà perché ha sempre rifiutato la dittatura della geometria, intrecciando rapporti con intellettuali e artisti del suo tempo. Sangregorio ebbe anche uno studio a Parigi ed è molto noto in Germania. Tuttavia, per operare al meglio, ha scelto di vivere a Cocquo, sopra Sesto Calende, immerso nella luce, il lago e la natura.

A Milano, le sue opere si trovano in diversi luoghi: per esempio, in via Clerici, davanti al Palazzo omonimo, c’è l’opera in marmo e lastre di cristallo, mentre lungo via Forze Armate spicca Tempesta e Antimito, l’unico monumento pubblico dedicato ai caduti, completamente informale, presente in città. Tra i suoi estimatori e collezionisti ricordiamo Piero Castellani, nipote del famoso architetto Piero Portaluppi, e tutti gli appassionati di miti e leggende, di arte primordiale, che nella sua Casa e studio incendiato di luce scolpiva in silenzio, dando forma a un’arte eterna, con l’inquietudine di liberare la forma dalla pesantezza, lo spirito dalla materia e l’essenza dall’apparenza, alla ricerca di un nuovo spazio immaginario.

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