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Underground Ma Non Troppo #3. Nel Covo Pirata di HG / LF

HG / LF, A Call to Dreamers of Fallen Systems, (Theatre Show)
HG / LF, A Call to Dreamers of Fallen Systems, (Theatre Show)

Nella rubrica Underground Ma Non Troppo esploriamo le pieghe più nascoste della cultura contemporanea, dove pratiche periferiche sfidano la cultura di massa, alimentando le sottoculture. In questo episodio siamo in una Milano lontana dal fashion forever: tra graffiti scrostati e il rombo della circonvallazione si nasconde uno spazio-rifugio per chi non si è arreso all’algoritmo di Instagram né alle logiche della società contemporanea. Qui ha sede HG / LF, progetto di resilienza fondato da Lorenzo del Serra, Letizia Grace Petruzzelli e da un ampio collettivo, dove il costume diventa mezzo per comunicare la non appartenenza alla società contemporanea.

Lorenzo del Serra e Letizia Grace Petruzzelli

Per raggiungere la loro base operativa, che è anche la loro casa, attraverso un lungo corridoio disseminato di specchi, dove l’immagine riflessa mi segue frammentando. Lorenzo mi accoglie con un sorriso rinascimentale; subito dopo arriva Letizia, una sirenetta maschiaccio dal flusso di parole e idee inarrestabile. La base, dove prendono vita i capi unici di HG / LF, è un open space in cui, chiunque tu sia, ti senti subito parte della ciurma. Nel laboratorio, tra poster e volumi d’arte, c’è una tatuatrice all’opera, altri sfruttano lo spazio per progetti fotografici o cercano semplicemente un rifugio dal frastuono esterno. Non sei più a Milano, ma in un covo di pirati in cui sono custoditi tesori di battaglie generazionali.

HG / LF, A Call to Dreamers of Fallen Systems, (Manifesto)

Ispirato a scenari marginali — dalle enclave liberate alle comunità nomadi fino ai comunardi di Parigi — e alle visioni di Beuys, Westwood e Adrover, con artigianato italiano e attenzione alla sostenibilità, il progetto recupera tessuti deadstock e li re-intreccia in capi neo-barocchi, manifesti di resistenza che accolgono la fragilità come risorsa creativa. Dall’atelier periferico nasce uno slow fashion fatto di pezzi unici, volto a un autentico cambiamento sociale: indossare HG / LF significa sentirsi protetti e orgogliosi di restare fuori dall’omologazione.

HG / LF, Heal Your Wounds, (Collection)

Il viaggio comincia con Heal Your Wounds, ispirato a una decadenza medioevale fatta di fasce protettive e sovrapposizioni sartoriali simili a corazze, simboli di fragilità e libertà. Segue Creature Simili, una riflessione sull’interiorità attraverso strati tessili che diventano armature emotive, narrando turbamenti e pulsioni nascoste.

HG / LF, Creature Simili, (Exhibition at MFW 22)

L’ultima collezione, A Call to Dreamers of Fallen Systems, è un teatro nomade che mette in scena diciassette personaggi simbolici, divisi tra oppressi e oppressori: dall’Affogato, schiacciato dal peso della società, ai Miserabili, vittime dell’indifferenza; dai Dissidenti, ribelli contro l’ordine stabilito, alla Guaritrice, che cerca invano di curare l’umanità; fino all’Élite, protetta da Guardie e Politici, figure del potere e del controllo. La collezione diventa così un manifesto di denuncia che celebra la vulnerabilità come forza di unione e rinascita in un mondo fratturato.

HG / LF, A Call to Dreamers of Fallen Systems, (Theatre Show)

Chi sono Lorenzo e Letizia?
Lorenzo: Non mi definisco con un’unica etichetta; mi considero aperto a contesti e realtà diverse, senza volermi incasellare. Fin da sempre mi interessa trattare tematiche sociali e filosofiche: nel 2018 ho avviato un progetto embrionale, disegnando grafiche su magliette con il manifesto Against the Power of Hate come simbolo di umanità. Sono guidato da interessi musicali e artistici vari e credo nell’espressione autentica piuttosto che negli schemi preimpostati. Da questi principi nasce HG / LF: io, Letizia e tutte le persone che collaborano condividiamo ideali e creiamo non solo oggetti, ma messaggi generazionali in un’epoca in cui, nonostante i progressi, la società mostra segni di regresso. Cerchiamo insieme un’alternativa.

Letizia: È complesso descrivermi in modo definitivo. Vengo da una periferia di Milano dove prevale il conformismo, e mi sono sempre sentita un outsider, etichettata come “strana” perché il mio modo di essere sfuggiva alle categorie comuni. Quel senso di diversità è stato la base per costruire la mia personalità e poi i miei progetti. Amo la diversità umana, anche nei suoi aspetti più infimi, e indagare e celebrare questa unicità è il cuore di ciò che facciamo.

HG / LF, Creature Simili, (Exhibition at MFW 22)

Nel marketing della moda gli archetipi definiscono in modo molto preciso il target di riferimento: vale anche per HG / LF?
Letizia: Non esiste un archetipo fisso: non seguiamo target convenzionali di genere o stile di vita. HG / LF non si basa su categorie prestabilite, ma sull’inclusione: le collezioni e il progetto parlano a chiunque, dai giovani agli anziani, senza mirare a un pubblico specifico per fini di mercato. L’obiettivo è creare uno spazio aperto a tutti in cui ognuno possa riconoscersi liberamente.

Lorenzo: Ci rivolgiamo a chi si sente fragile nel senso di chi si pone domande e si interroga. Mettersi in discussione può generare disagio, ma dà forza per affrontare la realtà: ecco perché l’armatura è intesa come protezione, che nasce da un percorso di riflessione personale. Per noi la fragilità è un punto di forza, fonte di autenticità e resilienza.

Letizia: Le armature sono protezioni dall’esterno, pensate per chi sente affinità con quello che comunichiamo: persone che vogliono esplorare se stesse e comprendere la propria identità al di là dei ruoli imposti dalla società. Forniamo strumenti di indagine personale esplorando prima noi stessi, poi il mondo e la società, trasferendo questo approccio a chi avverte lo stesso bisogno.

HG / LF, A Call to Dreamers of Fallen Systems, (Collection)

Come immaginate il futuro di HG / LF e la filosofia che racchiude?
Letizia: Pur esprimendoci tramite i vestiti, lo spazio fisico è il vero cuore del progetto: è lì che avviene la contaminazione tra tutti i partecipanti. Ci piace essere presenti offline oltre che online: lo spazio di incontro e collaborazione genera idee che vanno oltre l’abbigliamento, come tatuaggi, set fotografici e altre produzioni. Continueremo a produrre vestiti, ma non sarà il nostro unico focus: abbiamo già avviato la pubblicazione di libri che raccontano il nostro percorso e includono contributi di artisti impegnati, usando l’arte come strumento di denuncia e riflessione sul presente.

Lorenzo: Per il futuro intendiamo ampliare il laboratorio e gli spazi, per ospitare attività affini e offrire un luogo di supporto a noi e ad altri artisti. Vogliamo uno spazio non convenzionale in cui si sviluppi arte e si costruiscano immaginari di una società diversa. I vestiti restano un mezzo, ma l’essenza è lo spazio e la comunità che lo abita. Idealmente sogniamo un palazzo polifunzionale, dove diverse realtà convivono sotto un unico ideale. Quando saremo più strutturati vogliamo realizzare eventi, mostre, performance teatrali e altre forme di aggregazione e condivisione.

HG / LF, A Call to Dreamers of Fallen Systems, (Theatre Show)

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