
A 40 anni dall’uscita, il cult di Carlo Vanzina torna in sala come un affresco noir sul corpo, l’immagine e l’ossessione degli anni ’80.
C’era una volta la Milano da bere. Una città scintillante e narcisa, dove la moda dominava come una divinità mutevole, e l’estetica si faceva ideologia. In quel contesto sospeso tra l’edonismo reaganiano e la nevrosi metropolitana, nel 1985 Carlo Vanzina firmava un’opera inaspettata: Sotto il vestito niente, un thriller visivo e viscerale, sospeso tra critica e complicità. Ora, a quarant’anni esatti dalla sua uscita, il film torna finalmente sul grande schermo in una versione restaurata distribuita da Cat People con Faso Film – dal 4 agosto in sala, con anteprime dal 28 luglio.
Tratto dall’omonimo best seller di Marco Parma (pseudonimo di Paolo Pietroni), il film è molto più di un semplice noir all’italiana: è una lente deformante sulla cultura dell’apparenza, un dispositivo voyeuristico che indaga l’identità visiva del desiderio. Sotto il vestito niente è un thriller d’autore mascherato da prodotto pop, che fonde le tensioni di Blow-Up alla sensualità di Omicidio a luci rosse, con rimandi dichiarati a De Palma, Hitchcock e alla fotografia di moda dell’epoca.
La trama si sviluppa come un arabesco tra passerelle e sparizioni: una giovane modella americana svanisce nel nulla e, attorno a questo evento, si intrecciano seduzione, ambiguità e morte. Ma il film è soprattutto un racconto sul potere dell’immagine, sull’illusione del controllo e sulla costruzione del corpo femminile come superficie e simbolo.

La regia di Carlo Vanzina – sostenuta dalla sceneggiatura scritta insieme a Enrico Vanzina e Franco Ferrini – si muove con consapevole ambiguità tra intrattenimento e analisi culturale, incorniciando la Milano della moda con uno sguardo tanto affascinato quanto spietato. Le musiche di Pino Donaggio, magnetiche e inquietanti, amplificano una tensione che non è solo narrativa, ma profondamente visiva.
L’estetica del film è dichiaratamente fashion, ma non solo per vocazione stilistica: la moda diventa qui campo di battaglia tra autenticità e finzione, desiderio e dominio. Girato tra Milano, Yellowstone e Lugano, il film vanta un cast internazionale con Renée Simonsen, Carole Bouquet, Donald Pleasence e Tom Schanley – volti scolpiti che sembrano usciti da una campagna di Helmut Newton.
Il 17 luglio, Enrico Vanzina introdurrà il film al Cinema Troisi di Roma (ore 19:00), offrendo un momento di riflessione sul valore di un’opera che, al di là dell’etichetta di “thriller patinato”, ha saputo anticipare temi oggi centrali: dalla rappresentazione mediatica del corpo alla violenza simbolica dell’immagine.
Sotto il vestito niente è un film da rivedere – o da scoprire – non solo per quello che racconta, ma per come lo racconta: con audacia, ironia, sensualità e un’estetica che continua a interrogare il nostro sguardo.













