
Da Caravaggio a Renato Guttuso e Picasso, cinquantadue opere in mostra a Illegio, vicino a Tolmezzo
Le cinquantadue opere in mostra coprono cinque secoli di storia dell’arte, dalla metà del XV secolo alla metà del XX secolo. Il tema centrale è la ricchezza intesa come forza ambivalente, capace di generare progresso ma anche disuguaglianze. A Illegio, vicino Tolmezzo (UD), un piccolo borgo di montagna nella Carnia dove ogni estate arrivano migliaia di persone, l’arte vi ha trovato una precisa collocazione. Con una motivazione, magari sottesa in altre proposte espositive, ma nel caso in questione espressamente rimarcata: lo scopo della mostra non è solo offrire alla visione opere significative, ma è fornire un’occasione per riflettere sul significato ultimo della vita.
Il tema della mostra
La rassegna di quest’anno, curata da don Alessio Geretti, verte sul tema della Ricchezza. Dilemma perenne. Le opere selezionate coprono il periodo che va dalla metà del Quattrocento alla metà del Novecento. L’avventura culturale, com’è definita la collettiva nel catalogo, si può riassumere in un viaggio tra immagini che va oltre la semplice raffigurazione della ricchezza. Che è sì un rivelatore economico fondamentale, ma anche un indicatore sociale, un valore culturale, un’opportunità di crescita collettiva. La ricchezza deve essere creata ma occorre anche distribuirla equamente. Gestirla in modo responsabile per innalzare il livello generale di vita.

Il Pitocchetto
Alcune testimonianze significative sono visibili nelle opere di Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto, che ha un ruolo preciso nel panorama pittorico del XVIII secolo. Riscoperto a partire dalla Mostra della pittura italiana del Seicento e del Settecento, Roberto Longhi è colpito dalla Lavandaia della Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia. La sua è una tristezza rassegnata ma dignitosa. All’improvviso interrompe il suo lavoro per rivolgere all’osservatore uno sguardo profondamente umano, segnato dalla stanchezza. Ceruti preferisce una rappresentazione seria e antiretorica degli umili protagonisti delle sue tele. Nei Due pitocchi si sofferma particolarmente sulle caratteristiche che mettono in risalto i riscontri della povertà. A partire dalle vesti usurate, restituite con un’evidenza visiva e materica che ne attesta in qualche modo il valore emblematico.
Lorenzo Lotto
Una luminosità crepuscolare, umile, quasi magica, circonda il miracolo dell’incarnazione di Cristo, nell’Adorazione dei pastori di Lorenzo Lotto. Un dipinto raffinato in cui l’umano e il divino si innestano nel Natale. Da notare sullo sfondo, la finestra con l’anta aperta, divisa in quattro parti, che rimanda alla Croce. Dalla porta traspare il cielo serale ancora disseminato dello splendore degli angeli. Lo schema compositivo tizianesco della tela, il calore delle cromie, la dolcezza della pennellata, la chiarezza dei ritratti configurano un’atmosfera naturale.

Caravaggio
Fiore all’occhiello della rassegna è il Ragazzo morso da un ramarro di Caravaggio. La storiografia ha indagato a lungo sulla simbologia della composizione. Riconoscendovi alla fine un’allegoria del rapporto antitetico tra giovinezza e morte, dramma e amore, fiducia e inganno. Il ragazzo ricciuto dalle unghie sporche, che sembrerebbe alludere all’autoritratto di Caravaggio, porta sopra l’orecchio una rosa bianca coronata da due foglie, che allude alla passione amorosa. Nell’antichità la rosa, posta dietro l’orecchio o tra i capelli, simboleggia l’innamoramento e la seduzione per il suo profumo eccitante. Ma rinvia anche alla vanitas e alla morte prematura. La presenza del ramarro che sbuca dalla frutta mordendo un dito del giovane, rovescia tragicamente il piacere dell’amore in sofferenza.
Renato Guttuso
Grande autore del neorealismo italiano, pur superandone i codici, fin da giovane interessato ai volti popolari, in mostra si trova Donna al banco di frutta del 1974. E’ uno degli studi che sarebbe servito per l’opera considerata tra i capolavori di Renato Guttuso, La Vucciria. La scena, ambientata davanti a un banco di frutta, è vista da una prospettiva ravvicinata e leggermente inclinata, che coinvolge l’osservatore in ciò che accade. Le cassette di pere, mele e meloni plasmano una composizione quasi geometrica, con accentuate diagonali che delimitano la figura femminile. La donna, si presenta assorta. Affondata nel suo mondo. I tratti somatici marcati e il modellato plastico del volto e delle mani manifestano la tensione morale e sociale che anima l’opera.

Zandomeneghi
Ne Sul divano. Conversazione di Federico Zandomeneghi è come se l’autore fosse presente, non visto tra i suoi personaggi. Nel nostro caso due giovani donne che nella loro agiatezza, avvertono il bisogno di confidarsi, di una contiguità tra anime. Molto pi importante di ogni fronzolo materiale, per quanto elegante e ben indossato.
Picasso
Il Ritratto di donna di Picasso, carboncino e pastello, è realizzato su carta color crema. Il foglio inedito, sembra del tutto ragionevole che il disegno qui in mostra sia proprio di Picasso, allora diciottenne a Barcellona, presenta una donna riccamente vestita e seduta a un tavolo, con un boccale alla mano sinistra e un bicchiere alla mano destra. Profilo appuntito, espressione sorridente, dà l’impressione di essere padrona del proprio destino.
Ricchezza. Dilemma perenne
Fino al 9 novembre 2025
Curatore Don Alessio Geretti
Casa delle Esposizioni – Illegio













