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LABA, un laboratorio dove esplorare i confini del fotografico

@ LABA
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La Libera Accademia di Belle Arti di Brescia (LABA) prosegue il suo ruolo attestandosi come laboratorio del fotografico in tutte le sue declinazioni più attuali: postfotografia, metafotografia, AI text-to-image, networked images, promptografia.

LABA è uno dei poli italiani dove poter esplorare i confini del linguaggio fotografico. Il biennio specialistico, sotto la direzione di Mauro Zanchi, si struttura come un laboratorio sperimentale, ponendo al centro una didattica che intreccia teoria e tecnica, con l’obiettivo di formare nuove figure professionali capaci di interpretare, produrre e criticare le immagini nel tempo dell’intelligenza artificiale e della realtà aumentata.

I corsi di Laurea Magistrale si avvalgono di critici, curatori e artisti tra i più significativi del panorama fotografico italiano contemporaneo – tra cui Marina Caneve, Irene Fenara, Simone Santilli (The Cool Couple), Rica Cerbarano, Carlo Sala, Elena Bordignon, Maurizio Montagna, Sara Benaglia, Marco Paltrinieri, Silvia Bigi, Mauro Zanchi – e si focalizza su diversi tipi di approcci: dalle pratiche artistiche, al fotogiornalismo, fino all’editoria artistica e alla sperimentazione visiva computazionale.

Il biennio, aperto agli studenti con un percorso triennale alle spalle, intende favorire una visione ampia e critica della fotografia, in un’epoca in cui l’immagine è sempre più presente nella nostra quotidianità, ma sempre meno confinabile all’interno di categorie novecentesche. Il corso punta a fornire strumenti analitici e pratici per leggere e reinterpretare la realtà visiva contemporanea, attraversando la storia della fotografia e dell’arte, ma con lo sguardo proiettato al futuro e alle sue trasformazioni radicali.

Nel corso Triennale insegnano: Aurelio Andrighetto, Sara Benaglia, Silvia Bigi, Federico Clavarino, Nicola Di Giorgio, Sergio Giusti, Giovanni Mantovani, Maurizio Montagna, Carlo Sala, Alessandro Sambini, Andrea Tinterri e Mauro Zanchi.

LABA affronta la scommessa di un futuro in cui l’immagine è sempre più ambigua e manipolabile, per questo è necessario puntare sulla formazione di autori in grado di affrontare consapevolmente questo nuovo paesaggio visivo, consolidando il dialogo tra creatività umana e macchine intelligenti.

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