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Abitare o Disabitare il presente? Demanio Marittimo 2025

Demanio Marittimo 2024, foto Andrea Valzania
Demanio Marittimo 2024, foto Andrea Valzania
Sulla spiaggia di Marzocca di Senigallia, è tornato Demanio Marittimo.Km-278, la lunga notte dedicata all’architettura, all’arte, al design e alla cultura contemporanea, giunta alla sua quindicesima edizione. Curata da Cristiana Colli e Pippo Ciorra, la manifestazione conferma il proprio ruolo di crocevia culturale adriatico, trasformando uno spazio liminale come la spiaggia in luogo di riflessione, dialogo e visione.

Il tema dell’edizione 2025, ABITARE/DISABITARE, ha aperto una doppia traiettoria di ricerca: da una parte le nuove modalità dell’abitare contemporaneo, sempre più temporaneo, condiviso, flessibile; dall’altra il “disabitare” come atto speculare e interrogativo, che investe dimensioni materiali, spirituali, artistiche e progettuali. Un tema che tocca questioni centrali: dal destino degli spazi pubblici e delle comunità alla trasformazione dell’immaginario abitativo, fino all’evoluzione della nozione stessa di luogo.

Il progetto di allestimento, come da tradizione, è stato frutto di un concorso tra gli studenti della Facoltà di Architettura dell’Università di Lubiana, scuola partner della XV edizione. I vincitori – Lenart Berdon, Sima Bucar Fiskin, Miha Kramberger, Ian Vidic – sono stati i firmatari di uno spazio che è anche oggetto di una mostra documentaria sulla spiaggia.

Come sempre, il festival si apre con l’omaggio al Maestro del Territorio. Quest’anno la dedica va a Mario Giacomelli, nel centenario della nascita (1925), in sinergia con le iniziative promosse a Senigallia. Un approfondimento corale, con gli interventi di Katiuscia Biondi Giacomelli (Archivio Giacomelli), Francesco Permunian, Bartolomeo Pietromarchi e Massimo Raffaeli.

Demanio Marittimo 2024, foto Andrea Valzania

Il programma, distinto per l’ampiezza e l’apertura internazionale, ha portato forte attenzione alla scena progettuale slovena – protagonista dell’allestimento – con le lectures di Bevk & Perović e Decleva Gregorič. Da Venezia invece sono arrivati i protagonisti della Biennale di Architettura 2025: il Padiglione Bahrain, vincitore del Leone d’Oro, curato da Andrea Faraguna; Diller Scofidio + Renfro, Leone d’Oro al miglior progetto con Canal Café; e il team del Padiglione della Santa Sede, premiato con menzione speciale, composto da Tatiana Bilbao Estudio, MAIO Architects, con le curatrici Marina Otero Verzier e Giovanna Zabotti.

In dialogo sul tema dei luoghi “abitati e disabitati” – come i depositi e gli archivi delle grandi istituzioni culturali – Elizabeth Diller (via Zoom), Bryce Suite (DS+R), Maristella Casciato (Getty Research Institute), Emanuela Bruni e Margherita Guccione (MAXXI).

Altre traiettorie affrontano le trasformazioni urbane, come nella presentazione della prossima Triennale di Architettura di Lisbona – How Heavy is the City?, curata da Territorial Agency, o nel film Planet City di Liam Young, utopia radicale che immagina tutti gli abitanti della Terra concentrati in una sola megalopoli. Marco De Michelis ha tenuto una lecture sul tema della casa e delle sue nuove forme, mentre November Wong, artista dell’esposizione Stop Drawing, una performance di disegno dal vivo.

Il programma anche quest’anno, è stato articolato in sezioni tematiche: Abitare il Cielo, in collaborazione con ESA – Agenzia Spaziale Europea, sull’abitabilità extraterrestre con gli interventi di Paolo Conte, Annalisa Dominoni, Paolo Ferri e in collegamento da Houston l’astronauta Luca Parmitano; Abitare lo Stadio, a partire dalla mostra in corso al MAXXI, ha aperto una riflessione sugli stadi come spazi pubblici multifunzionali con Moira Valeri, Fabio Salomoni, Manuel Orazi, Emanuela Audisio e Francesco Benelli; Abitare la Galleria, con Franco Noero, Martino Gamper, Mia Rigo e Massimiliano Tonelli, ha indagato le nuove funzioni ibride degli spazi espositivi.
Una novità di questa edizione è stata la scatola nera, un’area proiezioni attiva tutta la notte, con una selezione di video curata da MAXXI, MAO Torino, LINA, e Muse Factory of Projects, per valorizzare il linguaggio dell’immagine in movimento come parte integrante della riflessione culturale.

Sul versante adriatico, tra gli ospiti d’eccezione c’è stato l’artista Anri Sala, in dialogo con Sislej Xhafa e Lorenzo Benedetti. Al centro il rapporto tra architettura, spazio pubblico e memoria, a partire dai progetti più emblematici di Sala, da Piazza Skanderbeg a Pompeii Commitment. Durante la notte è stato presentato anche il nuovo numero della rivista MAPPE 23, pubblicata da Gagliardini, promotore della manifestazione insieme all’Associazione Demanio Marittimo.Km-278, al MAXXI, al Comune di Senigallia, alla Regione Marche, al MAO di Torino, a ADI MAM, Inarch, alle Università di Ancona e Camerino, agli Ordini professionali e a una fitta rete di imprese e istituzioni, tra cui spicca anche l’ESA.

Ampio spazio alle performance, come il progetto Eggregora – SITUS INVERSUS di Fumi della Fornace, a cura di Giorgiomaria Cornelio e Giulia Pigliapoco, per un intreccio notturno di poesia, arte e teatro contemporaneo.

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