Donald Trump – come già nella sua carriera ha più volte dimostrato, non è “solo” un uomo politico, ma personaggio ben più che pop che sa il fatto suo in fatto di dominio della comunicazione. E oggi, grazie all’uso del digitale e dell’Intelligenza Artificiale, la fiction con contenuti provocatori ha assunto contorni a dir poco virali. Così, dopo essersi ritratto nelle vesti di Papa, preannunciando (difficile non pensare volutamente) l’arrivo di un Pontefice statunitense, l’ultimo video pubblicato sul social Truth mostra un arresto fittizio di Barack Obama, generato proprio con l’AI. Un atto che, ancora una volta, si pone come un esempio chiaro nella strategia comunicativa del Presidente…anche se i dietro le quinte restano nebulosi.
Trump è tornato oggi con un video ben oltre l’esplicito, è la stampa mondiale è – ovviamente, impazzita. Nella scena, che non esplicita chiaramente il motivo della sua creazione, una sovrimpressione ricorda “nessuno è sopra la legge”…mentre Barak Obama viene arrestato. Il richiamo sembra essere rivolto alle accuse di frode elettorale che Trump ha ripetutamente mosso contro il suo ex omologo e i suoi collaboratori. Già in un post precedente, Trump aveva definito l’ex-Presidente e i suoi affiliati “delinquenti” responsabili di quella che ha descritto come una “frode elettorale di altissimo livello”: una narrativa che ha rilanciato anche attraverso un’intervista della direttrice dell’intelligence Tulsi Gabbard, parlando di informazioni manipolate e nascoste riguardo alle presunte interferenze russe nelle elezioni, contribuendo a costruire un quadro di sospetti e accuse nei confronti dell’Amministrazione Obama, imputata di aver interferito anche nelle Presidenziali del 2020 e di aver posizionato il già dimenticato Joe Biden.

Nel video generato dall’AI, la scena mostra l’ex presidente ammanettato nello Studio Ovale da agenti dell’FBI, mentre Trump osserva sorridendo. Un’immagine simbolica in cui il potere coesiste con la sconfitta. Una rappresentazione visiva, provocatoria e carica di significato, che si inserisce perfettamente nella strategia comunicativa di Trump, da sempre fatta di messaggi semplici, incisivi e volutamente provocatori. Ed è proprio questa modalità di comunicazione a renderlo protagonista costante del dibattito pubblico, in cui la politica diventa un vero e proprio spettacolo pop.
Il Presidente, insomma, sa perfettamente che la comunicazione visiva — immagini, video, meme — si diffonde rapidamente e scatena reazioni immediate e spesso polarizzanti. E se qualcuno ancora ingenuamente può pensare che Donald Trump agisca in preda ad una sora di delirio autocratico, beh, possiamo avere qualche dubbio, specialmente rispetto all’agenda dei suoi messaggi, indirizzati al mondo intero.
Insomma, il Presidente degli USA si sta ponendo come lo stratega perfetto per una comunicazione destinata non solo ad alzare infiniti polveroni, polemiche, riprovazioni globali, ma inserendosi nello “spettacolo” che da tempo la politica intreccia con i media, trasformando la comunicazione in uno strumento fondamentale per il proprio posizionamento. Non é altresì vero che, dalla diffusione della radio fino all’era digitale, il controllo e la capacità di dominare il racconto pubblico sono sempre stati elementi chiave per esercitare il potere e orientare o dividere l’opinione pubblica?
















