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La Torre di Londra riapre: un tuffo nei segreti di pietra

La Torre di Londra era un castello e una prigione medievale. Foto: Alberto Pezzali/NurPhoto tramite Getty Images.
La Torre di Londra era un castello e una prigione medievale. Credits: Alberto Pezzali/NurPhoto. Courtesy of Getty Images.
Alla Torre di Londra non si scava solo nella terra, ma nella memoria stessa dell’Inghilterra. Per la prima volta dopo tre decenni, si torna a scavare sul serio nel cuore della fortezza: un’indagine archeologica che promette di riscrivere la mappa della celebre cittadella medievale e raccontare chi vi visse, pregò, amò e – spesso – vi incontrò la fine.

Al centro dell’attenzione? La Cappella Reale di San Pietro ad Vincula. Un luogo che suona austero già dal nome (significa “in catene”), e non a caso: parliamo del posto dove Anna Bolena, Tommaso Moro e Lady Jane Grey trovarono il riposo eterno, dopo esser passati per la spada del boia. Ma oggi, mentre si installa un ascensore (sì, anche le cappelle si aggiornano), gli archeologi stanno scoprendo non solo i grandi nomi, ma anche le vite dimenticate della “gente comune” che animava le mura della Torre.

Disegno della Cappella Reale di San Pietro ad Vincula. Credits: Print Collector. Courtesy of Getty Images.

“Il punto non è solo chi veniva sepolto, ma perché e come”, spiega Alfred Hawkins, curatore degli edifici storici della Torre. Prima del regno di Enrico III, della cappella si sa poco. Ma dal suo restyling in poi, divenne il cuore spirituale di chi abitava la Torre, tra battesimi, nozze e funerali.

Nel 2019, un piccolo scavo esplorativo – quasi una prova generale – ha svelato due scheletri, una donna e un ragazzo del XVI secolo. Grazie alla scienza forense, gli studiosi hanno ricostruito dettagli affascinanti: lei si concedeva una dieta zuccherina da alta società, lui aveva superato a fatica una fase di grave stress fisico. La vita nella Torre non era per tutti uguale.

I ricercatori hanno trovato una fossa comune che potrebbe risalire alla Peste Nera. Courtesy of  HRP.

Oggi, invece, si scende a tre metri di profondità, e già sono stati individuati oltre 20 individui, tra cui alcuni sepolti probabilmente durante la devastante Peste Nera del 1348. Ma non solo: bare, sudari e vasi con carbone suggeriscono che alcuni godessero di un certo rango. Altri invece… condividono una fossa.

In aggiunta sono emerse anche le fondamenta dell’antica cappella di Edoardo I, spazzata via da un incendio, oltre a un misterioso strato di pietra compatta che potrebbe essere il pavimento calpestato ai tempi di Enrico III. Addirittura, un muro potrebbe risalire alla prima cappella del XII secolo, voluta da Enrico I.

“Siamo solo all’inizio”, afferma Jane Sidell di Historic England. “C’è ancora un intero universo nascosto sotto i piedi dei turisti. E ogni scheletro, ogni frammento, racconta un pezzo dell’anima di questo luogo”.

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