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Hawaii, i petroglifi tornano sulla spiaggia di Oahu

Una vista aerea dei petroglifi. Foto: Nathan Wilkes, per gentile concessione dell'esercito americano.
Una vista aerea dei petroglifi. Credits: Nathan Wilkes. Courtesy esercito americano.
Un raro pannello di incisioni rupestri del passato hawaiano torna visibile grazie al lavoro della natura e alla tutela archeologica.

Dopo quasi un decennio, la sabbia ha ceduto nuovamente il passo alla storia. A Oahu, lungo la costa di Waianae, è riapparso un raro pannello di petroglifi inciso direttamente sulla superficie arenaria della spiaggia, scoperto per la prima volta nel 2016 da una coppia in gita al tramonto. I petroglifi, oggi visibili per intero grazie al naturale ritirarsi delle maree stagionali, si estendono per circa 35 metri e includono 26 incisioni tra figure umane e forme astratte. Secondo gli archeologi, le incisioni risalirebbero a oltre 500 anni fa e potrebbero essere legate a racconti cerimoniali dell’antica cultura hawaiana, forse connessi all’agricoltura e ai cicli del sole, come suggerisce la figura principale con braccia in posizione simbolica. Le dimensioni sorprendono: mentre gran parte dei petroglifi hawaiani misura attorno ai 30 cm, alcune delle figure di Oahu raggiungono i 120 cm. 

Le incisioni coprono 35 metri di arenaria litificata nelle Hawaii. Credits: Nathan Wilkes. Courtesy esercito americano.

Il sito si trova nei pressi del Pililaau Army Recreation Center, in un’area pubblica monitorata anche dalla guarnigione dell’esercito statunitense alle Hawaii. La tutela di questo patrimonio è affidata a un team guidato da Dave Crowley, responsabile del programma per le risorse culturali, che supervisiona oltre 1.800 siti archeologici tra Oahu e Big Island. In molti casi si ricorre alla fotogrammetria 3D per documentare e conservare digitalmente i reperti.

Preservare questi luoghi è essenziale non solo per la nostra missione, ma anche per onorare il patrimonio culturale delle Hawaii e rafforzare il legame con la comunità”, ha dichiarato Crowley. Ma in questo caso, è la natura stessa a garantire la conservazione: le maree cicliche seppelliscono e riscoprono i petroglifi, proteggendoli dal degrado e dall’interferenza umana.

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