Print Friendly and PDF

Rapa Nui, l’innalzamento del mare mette a rischio i Moai

Sculture Moai
I Moai di Rapa Nui, spesso noti come “statue dell’Isola di Pasqua”. Rapa Nui è il nome originario in lingua polinesiana, mentre l’isola fu ribattezzata “Isola di Pasqua” dai colonizzatori europei nel 1722. Oggi si privilegia l’uso di Rapa Nui per rispetto della comunità locale e della sua identità culturale.
Entro il 2080 l’innalzamento del livello del mare e le inondazioni costiere potrebbero minacciare parte del Rapa Nui National Park, in Cile, uno dei siti dichiarati Patrimonio Mondiale UNESCO. A rischio ci sarebbero almeno 51 manufatti di valore culturale, tra cui i celebri Moai, secondo uno studio pubblicato sul Journal of Cultural Heritage.

Scolpite oltre 500 anni fa da una comunità polinesiana locale, le statue sono circa un migliaio. Realizzate in tufo vulcanico, possono raggiungere i 10 metri di altezza e pesare fino a 80 tonnellate. Per valutare l’impatto delle future inondazioni, i ricercatori dell’University of Hawai’i at Mānoa hanno usato modelli computerizzati avanzati, simulando l’azione delle onde e sovrapponendo le proiezioni ai dati geospaziali forniti dai partner locali. I risultati indicano che siti come Ahu Tongariki potrebbero essere raggiunti dalle onde già entro il 2080.

“Lo studio mostra una minaccia concreta per la cultura viva e per la vita quotidiana di Rapa Nui”, ha spiegato Noah Paoa, autore principale e dottorando in scienze della Terra alla UH Mānoa School of Ocean and Earth Science and Technology. “Questi luoghi sono fondamentali per l’identità della comunità, sostengono le tradizioni e rappresentano il cuore dell’economia turistica dell’isola. Ignorare il problema potrebbe compromettere lo status UNESCO del sito”.

Posizione geografica del sito di studio. Nella mappa di localizzazione, il quadrato nero indica la posizione del sito di studio e la stella indica la posizione del mareografo. Nella mappa inserita, i triangoli neri indicano la posizione dei sensori di pressione montati sul fondo, le curve di livello rappresentano intervalli di profondità di 5 m, il poligono bianco delinea l’impronta di Ahu Tongariki e i simboli rimanenti indicano la posizione dei beni culturali classificati per gruppi di tipologia. Courtesy Journal of Cultural Heritage

Il fenomeno si inserisce in un contesto globale: molte comunità costiere affrontano sfide simili legate all’innalzamento del mare. L’obiettivo dello studio, chiarisce Paoa, era stabilire non tanto se il sito sarebbe stato colpito, ma quando e con quale intensità. Sulla base di questi dati, il team dell’Università e la comunità locale stanno lavorando a un piano di mitigazione per salvaguardare il patrimonio culturale.

Foto del complesso Tongariki e dei beni culturali ivi rinvenuti. (a) Foto obliqua del complesso Tongariki guardando verso nord-est, (b,e) esempi di beni contenuti nei gruppi tipologici rinvenuti nel complesso Tongariki. (b) Frammento di Moai ,“Elementi e strutture funerarie”; (c) struttura abitativa, “Strutture abitative e di servizio”; (d) pavimentazione, “Caratteristiche litiche e arte rupestre”; (e) “Elementi culturali non classificati”. Journal of Cultural Heritage

Rapa Nui, però, non è nuova alle difficoltà. In tempi recenti un’eruzione vulcanica ha danneggiato alcune statue, mentre nel 2023 sono emersi nuovi Moai non ancora documentati, a dimostrazione di quanto l’isola continui a restituire tracce preziose della sua storia millenaria.

Commenta con Facebook