
Un percorso intimo e poetico dove le opere di Crescenzi intrecciano memoria, letteratura e arte visiva
La Galleria Gamondio, storica rassegna artistica nata nel 1966 a Castellazzo Bormida come spazio dedicato all’“arte eterogenea”, torna quest’anno con la sua 59ª edizione e sceglie di celebrare un artista che ha saputo coniugare creatività, grafica e immaginario contemporaneo: Luca Crescenzi. La mostra, intitolata “Lettere d’Amore”, inaugurerà sabato 4 ottobre nella suggestiva Chiesa di Santo Stefano e sarà visitabile fino al 26 ottobre. Si tratta della prima personale dell’artista dopo quindici anni, un ritorno atteso che lo riporta nel territorio natale, già teatro del progetto Lifelines.

Curata da Francesca Liotta e Davide Minetti, “Lettere d’Amore” è un percorso intimo e poetico che intreccia memoria, letteratura e arte visiva. Tra carte pregiate, tecniche miste, frammenti fotografici e collage, Crescenzi dà vita a opere che evocano atmosfere letterarie. Con richiami a Proust, Camus, Cassola e Naipaul. Lavori che parlano di realtà e interiorità, di tempo perduto e ritrovato, in cui parola e segno diventano scritture delicate e porte aperte sul desiderio.

Nato ad Alessandria nel 1969, Crescenzi avvia presto una carriera che lo porta a collaborare con brand internazionali come Vivienne Westwood, Calvin Klein, Heineken, Nokia, Sony, Philips e Hewlett-Packard. Poliedrico e curioso, ha intrecciato graphic design, art direction, eventi e relazioni pubbliche, diventando figura di riferimento tanto nel mondo della comunicazione quanto nella nightlife milanese più iconica, in particolare al Plastic.













