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Oltre i confini: “Near East, Far West”, la Kyiv Biennial 2025

Muzeum Sztuki Nowoczesnej di Varsavia
Muzeum Sztuki Nowoczesnej di Varsavia
In risposta al conflitto in Ucraina, la sesta edizione della Kyiv Biennial si espande oltre i confini nazionali, approdando a Varsavia, Anversa e Linz con il progetto espositivo “Near East, Far West”.

Da oggi e fino al prossimo 18 gennaio, la mostra principale, ospitata dal Muzeum Sztuki Nowoczesnej di Varsavia, presenta un ricco percorso curatoriale che esplora le storie intrecciate della regione definita “Medio Oriente Europeo”, un territorio che abbraccia l’Europa centro-orientale, l’Asia centrale post-sovietica e, appunto, il Medio Oriente.

“Near East, Far West — Kyiv Biennial 2025” nasce dalla collaborazione del Museo di Arte Moderna di Varsavia con L’Internationale, confederazione europea di musei, istituzioni artistiche e università, riunendo opere provenienti da collezioni museali insieme a sette nuove produzioni commissionate attraverso la piattaforma non profit RIBBON International. Tra gli artisti in mostra spiccano nomi come Dana Kavelina, la cui pratica riflette sulla violenza bellica in Ucraina, il duo palestinese Basel Abbas & Ruanne Abou-Rahme, e artisti georgiani come Tolia Astakhishvili.

Uno dei nuclei centrali dell’esposizione è la Platinum Collection dell’avanguardia ucraina, normalmente conservata al Mystetskyi Arsenal di Kyiv e attualmente custodita a Varsavia per motivi di sicurezza. Questa selezione storica dialoga con opere contemporanee che affrontano temi come l’oppressione coloniale, il genocidio e la svolta fascista nella politica globale, creando una griglia interpretativa tra violenza storica e presente.

Il progetto biennale si articola in diverse sedi: dopo l’apertura a Varsavia, la mostra si estenderà all’MHKA di Anversa, concentrandosi sulle esperienze di violenza coloniale e sulle lotte di liberazione nella regione. In Ucraina, il Dnipro Center for Contemporary Culture ospiterà “Everything for Everybody”, mostra documentaria che attiva archivi fotografici salvati dalla distruzione bellica, mentre il Dovzhenko Centre di Kyiv presenterà una ricerca sul cinema poetico ucraino, movimento che seppe creare codici audiovisivi inafferrabili per la censura sovietica.

Chiuderà il programma la mostra “Vertical Horizon” al Lentos Kunstmuseum di Linz, in Germania, che esplorerà il concetto di paesaggio come attore politico e la sua manipolazione tecnologica in contesti bellici. La biennale proseguirà nel 2026 con un ricco programma di mostre ed eventi pubblici, confermando il suo ruolo come piattaforma critica per ripensare le geografie culturali contemporanee. Tra gli artisti in mostra a Varsavia: Basel Abbas & Ruanne Abou-Rahme, Kateryna Aliinyk, Tolia Astakhishvili, Ali Cherri, Lana Čmajčanin, Barış Doğrusöz, Navine G. Dossos, Assaf Gruber, Lawrence Abu Hamdan, Majd Abdel Hamid, Nikita Kadan, Dana Kavelina, Marina Naprushkina, İz Öztat & Zişan, Bojana Piškur, Oleksiy Radynski & Philipp Goll, Koka Ramishvili, Aykan Safoğlu, Hito Steyerl, Saule Suleimenova, Oraib Toukan, Lesia Vasylchenko, Artur Żmijewski.

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