Print Friendly and PDF

La pittura, quella seria. Gastone Biggi a Genova

Gastone Biggi - La pittura si fa sul serio - Installation view - courtesy ABC-ARTE e Fondazione Gastone Biggi
Gastone Biggi – Continuo 8 – 1962 – tempera su tela – cm 40×50 – courtesy ABC-ARTE e Fondazione Gastone Biggi
Con questo pezzo vogliamo ricordare un artista che, ricercando tra segno e colore, ha lasciato un’impronta sull’astrazione come la intendiamo oggi. Biggi è da ABC-ARTE

Che Gastone Biggi (Roma 1925; Tordenaso di Langhirano, 2014) non fosse un’artista a misura di massa deve averlo pensato anche il suo amico Piero, che di cognome faceva Dorazio e nel 1967 scriveva: «Un osservatore superficiale direbbe che il suo soggetto è: “pallini bianchi e neri” su fondo bianco e nero». Questa frase, per la cronaca, proviene dallo stesso testo da cui è mutuato il titolo dell’antologica dedicata a Biggi da ABC ARTE, La pittura si fa sul serio, curata da Flaminio Gualdoni. Ma qui non ci sono osservatori superficiali, giusto?

Gastone Biggi – La pittura si fa sul serio – Installation view – courtesy ABC-ARTE e Fondazione Gastone Biggi

Dagli anni del Gruppo Uno (condiviso dal 1962 con Frascà, Santoro, Pace, Carrino e Uncini) ai 2000 inoltrati, questa antologica fluttua nel mondo di Biggi (precisazione utile a inquadrarne il temperamento: “romano de Roma”, nato nel mitico Rione Monti), offrendo una prospettiva meno strettamente enciclopedica e più a misura d’uomo. Una prospettiva ragionevolmente adatta a sensibilizzare il visitatore, come quando si osserva una romantica Chicago night, dove il freddo della notte è un intreccio cromatico in blu scuro teso a nascondere il caldo di un rosso sottostante. Siamo nel 2004, a circa quarant’anni dai Continui, serie in cui reticoli di segni e linee dettano lo spazio pittorico. E, guarda un po’, Continuo 8 è proprio lì a fianco. Lì per farci dire che, quarant’anni dopo, Biggi è maturato restando fondamentalmente sé stesso, credendo nelle proprie origini pittoriche e crescendo proporzionalmente alle proprie ricerche. Si è evoluto, portando verso un’altra dimensione (più emotiva e, perché no, più narrativa) gli elementi di un sistema pittorico per l’epoca decisamente radicale. Guardatevi anche L’ora di Angelico, del 2002, poi ci saprete dire la vostra.

Gastone Biggi – Chicago night – 2004 – vernice industriale su tela – cm 100×100 – courtesy ABC-ARTE e Fondazione Gastone Biggi
Gastone Biggi – La pittura si fa sul serio – Installation view – courtesy ABC-ARTE e Fondazione Gastone Biggi

C’è da anche da precisare che Biggi, nel contesto smaccatamente orizzontale della pittura, è stato uno che ha pensato in verticale. Un po’ già si dovrebbe essere intuito nelle sovrapposizioni di Chicago night. Un po’ lo si intuirà ora, perché se la pittura si fa sul serio come dicono, ogni elemento dev’essere graficamente stratificabile, quindi tecnicamente percettibile e infine unitariamente protagonista dell’insieme di cui è parte. Cielo della battaglia è un’opera su carta del 1982, di piccole dimensioni, inserita in mostra in una parete di opere similari per caratteristiche. Un’opera che spicca nel presentare l’attaccamento di Biggi alla preminenza di ogni tecnica (tempera, pastello e matita), di ogni segno e colore, almeno quanto è capace di evidenziare come l’artista metta ognuna di queste preminenze a servizio di una concezione verticale del prodotto visivo. Concezione che ha, da un lato, messo Biggi in condizione di uploadare (servirsi di una terminologia calzante, quanto irritante, non affranca mai chi scrive dalla colpa di averla inserita) l’astrazione pittorica, rendendola decisamente più affine al nostro universo tridimensionale; dall’altro, di puntualizzare l’opera d’arte seguendo una visione propriamente “olistica”, dove nessun medium, segno o colore vale per sé stesso, ma variamente inseriti in un contesto occorrono a creare il contesto stesso, da un punto di vista formale quanto narrativo. Se non vi basta a crederci, date un occhio al piccolo Fleurs 195 Syntias: nel 2010 Biggi aveva capito proprio tutto della pittura.

Gastone Biggi – Cielo della battaglia – 1982 – tempera, pastello e matita su carta – cm 35×50 – courtesy ABC-ARTE e Fondazione Gastone Biggi

Commenta con Facebook