
Nell’ambito della XV Florence Biennale alla Fortezza da Basso, Burton espone i suoi sketchbook e alcune installazioni
Ospitata alla Fortezza da Basso nell’ambito della cornice della XV Florence Biennale, Tim Burton: Light and Darkness rappresenta un’occasione piuttosto unica per la città di Firenze (e non solo, visitatori sono accorsi ovviamente da tutta Italia. E per tutti coloro che vogliono ammirare dal vivo una ghiotta fetta del ricco immaginario visivo creato da Tim Burton durante la sua straordinaria carriera. Vedere in carne ed ossa gli sketchbook del genio americano è una vera e propria leccornia per gli occhi.
Il suo tratto sintetico, la sua maniera di stendere i colori, la natura rapida e fresca del suo stile espressivo ormai immortalato dal linguaggio cinematografico, fanno di lui letteralmente un’icona imprescindibile e completamente sui generis del panorama contemporaneo. Un artista a tutto tondo, che ha ricevuto il Premio Lorenzo Il Magnifico alla carriera (premio realizzato dallo scultore Mario Pachioli, che ci ha purtroppo lasciato tristemente nel 2024). E che nel riceverlo ha detto (leggendo meravigliosamente prima in italiano): “Grazie per questo onore, sono conosciuto personalmente per il mio lavoro nel cinema, quindi un riconoscimento come artista mi rende davvero felice, vi ringrazio di cuore!”.

Luce ed oscurità
All’interno di uno scenario completamente nero i colori fluorescenti e saturi risaltano rendendo l’esperienza dissacrante e drammatica al contempo. Mentre un esercito di fans appassionatissimi del suo operato attende in fila sfoggiando le mise più dark ed emo possibili in onore del loro beniamino. Responsabile di avere dato voce a storie e personaggi assolutamente inusuali e alternativi. Luce ed oscurità, bene e male, gli opposti si fondono in una visione dell’esistenza capace di smuovere le coscienze e di farci porre domande che scandagliano gli io al di là delle solite apparenze.
Partendo dalle figure di “Morte malinconica del bambino ostrica e altre storie”, si attraversa un percorso di 5 sale con una cinquantina di opere (provenienti dal progetto espositivo itinerante “The world of Tim Burton”). Passando anche per un ambiente immersivo caratterizzato da luci UV all’interno del quale campeggia una giostra ideata da Burton dall’eco pressoché psichedelica.

Insomma un’esperienza studiata appositamente per rivivere le atmosfere dei film ma in primo luogo volta a fare comprendere la genesi artistica delle idee che poi hanno dato vita ai lungometraggi.
















