
Nel Parco Archeologico di Sepino, in Molise, la gamification di Fabio Viola e TuoMuseo trasforma l’archeologia in un atto poetico e partecipato. Viola costruisce un nuovo linguaggio tra tempo, spazio e interazione
Cosa succede quando l’archeologia incontra il gioco, e il tempo smette di essere solo una linea per diventare un campo d’azione? In Rise of Ruins, il nuovo progetto del collettivo internazionale TuoMuseo, guidato dal gamification designer Fabio Viola, il passato non viene solo osservato, ma reincontrato, vissuto, riattivato. Ambientato nell’area archeologica di Altilia-Saepinum (Cb), nel cuore del Molise, il videogioco invita il giocatore a diventare direttore del parco, responsabile di scavi, restauri, esposizioni e decisioni economiche. Un’esperienza che, oltre la superficie ludica, apre un varco di senso: il gesto del “giocare” si trasforma in un atto di cura, in una forma di conoscenza partecipata del patrimonio.
Enrico Rinaldi, Direttore del Parco Archeologico di Sepino ha già affermato quanto “L’importanza di questo prodotto risiede non soltanto nella sua valenza di strumento di promozione del patrimonio culturale del Parco, ma anche nella resa della complessità delle molteplici attività che avvengono dietro le quinte”. È proprio quella complessità a costituire il cuore estetico del progetto Rise of Ruins; esso erige una grammatica estetica nuova, che pone l’archeologia in una veste inusitata ove ogni scelta, ogni gesto, ogni scavo è un atto di costruzione narrativa, un modo per dare forma tangibile e contemporanea alla trama invisibile del tempo, come scavo nell’immaginario. Rise of Ruins si propone anche come una sorta di atto di traduzione, mediante cui il linguaggio del passato incontra la grammatica digitale, sviluppando una visione ipercontemporanea e attrattiva. Rise of Ruins può considerarsi il primo videogioco gestionale dedicato a un sito archeologico reale, e nasce da una domanda tanto semplice quanto radicale: è possibile giocare con la storia senza tradirla?

Ed ecco che il giocatore, diventando direttore del parco, è chiamato a gestire scavi, restauri, bilanci e mostre, a fronteggiare imprevisti e a compiere scelte strategiche. Ma dietro la dinamica manageriale si apre una dimensione più profonda, che riguarda la nostra relazione con la memoria, il tempo, la nostra storia ed un patrimonio considerato sempre più ‘polveroso’ e pesante bagaglio da studiosi di biblioteca. Il gioco, in tal modo, diventa un esercizio di responsabilità culturale, un modo per comprendere dall’interno ciò che l’archeologia rappresenta: non solo conservazione, ma cura, narrazione, trasmissione, ben oltre la griglia sociale a cui l’archeologia sembra doversi abbarbicare.
La visione di Fabio Viola, pioniere del gamificiation design e fondatore del collettivo TuoMuseo, è quella di una cultura giocabile: “Per la prima volta l’archeologia diventa un videogioco manageriale. […] Un progetto che coniuga aspetti didattici e divulgativi anche pensati per studenti e giovani professionisti dei beni culturali con una componente di forte coinvolgimento in grado di richiamare milioni di videogiocatori desiderosi di scoprire e musealizzare reperti reali”, spiega e, in questa visione, si intravvede la portata poetica del progetto quale vero invito a ripensare il rapporto tra storia e agency, tra patrimonio e cittadinanza, collettività attiva, mentre il giocatore è chiamato a una responsabilità che ha il peso del reale, ovvero le dinamiche del ricercare, restaurare, conservare, scegliere, decidere. Una piccola rivoluzione silenziosa, a ben guardare, ossia l’idea che il gioco, lungi dall’essere mero intrattenimento, possa farsi strumento altro, poiché un progetto di videogame come Rise of Ruins non è rappresentazione digitale del passato, ma è spinto dal desiderio di riattivarlo, di renderlo giocabile, dunque condivisibile, democratico, aperto. “Il gioco si articola in due livelli di difficoltà, pensati per soddisfare sia i neofiti che i più esperti del genere gestionale. L’obiettivo finale? Essere il miglior direttore della storia di Sepino!”
Se volessimo indagare da un punto di vista antropologico noteremmo quanto Rise of Ruins agisca persino come un rito di riconnessione, grazie alla capacità di trasformare la fruizione passiva della dimensione archeologica in esperienza interattiva, riconsegnando al pubblico il potere di abitare la memoria in modo consapevole seppur ludicamente. Il tempo storico diventa, o meglio, torna ad essere tempo vissuto; la rovina, da luogo od oggetto di contemplazione, torna a essere organismo vitale, campo di possibilità nel presente e in un’epoca in cui la cultura rischia di farsi mera e scarna superficie, il videogioco emerge come forma d’arte espansa, strumento e campo di ricerca ed azione, capace di rimettere in moto il pensiero. E Rise of Ruins è, a tutti gli effetti, un topic curatoriale condiviso, un ponte tra la polvere e il pixel, tra la rovina e il desiderio di ricostruirla.
In tal senso, il gaming così come sviluppato negli anni da TuoMuseo per Mic e così come integrato dal Parco Archeologico molisano di Altilia-Saepinum, sceglie il videogioco, già mezzo popolare e apparentemente distante dal mondo accademico, per trasformarlo in un dispositivo di trasmissione culturale. Mediante l’interazione, il giocatore non solo assume il ruolo di player – direttore ma diventa parte attiva della propria appartenenza a una storia collettiva. È la dimensione rituale del gioco, quella che Johan Huizinga definiva Homo Ludens, a riaffiorare nel contesto contemporaneo poiché giocare diviene atto di conoscenza, forma di partecipazione alla vita della comunità.
D’altronde Rise of Ruins si inserisce in una più ampia genealogia dell’arte relazionale, che va dalle pratiche partecipative alle riflessioni sulla realtà aumentata come nuova estetica della presenza, il pubblico non è più spettatore, ma parte attiva dell’opera ed in tal maniera, il Parco archeologico di Sepino diventa un palcoscenico contemporaneo pluridisciplinare e di sfida multipla, tanto che il progetto assume, inoltre, un significato territoriale profondo. In un’Italia che tende a concentrare l’attenzione sui grandi poli culturali, la scelta di un’area interna come il Molise e di un sito archeologico importante come Altilia-Saepinum è un gesto sociale e poetico insieme: un modo per affermare che la periferia è luogo di sperimentazione, che il futuro della cultura non passa solo dalle città dell’arte, ma dai territori in cui la memoria è ancora materia viva.

Come sottolinea Michele Laurenzana, direttore all’esecuzione del progetto, “abbiamo da subito intravisto nella gamification un potente strumento di educazione, un’occasione per far conoscere il bene culturale, soprattutto alle fasce più giovani”. Questa dimensione educativa non è ancillare, ma fondante e il gioco come forma di apprendimento trasformativo risulta in grado di unire etica e piacere, consapevolezza e meraviglia. Sul piano visivo e narrativo, Rise of Ruins costruisce una poetica del frammento: le rovine digitali non sostituiscono certo quelle reali, ma le rispecchiano, innescando un dialogo tra due dimensioni del tempo: l’una materiale, l’altra simbolica. Giocare a Rise of Ruins significa partecipare a una pratica di riscrittura collettiva, dove la memoria archeologica non è una dimensione statica, ma un vero ecosistema narrativo in continua evoluzione.
In tale prospettiva, la visionarietà di Fabio Viola condivisa e agita con le istituzioni, assume la consistenza di un pensiero estetico: un’idea di cultura come esperienza condivisa, mobile, estesa. Rise of Ruins assume persino il ruolo romantico di atto d’amore verso il patrimonio e una sfida alla sua presunta immobilità, un modo per rivelare un nuovo capitolo della storia dell’immaginazione culturale italiana nel quale la cura del passato diventa, sorprendentemente, un ludico e serio atto creativo di valorizzazione.
Rise of Ruins – Il Parco archeologico di Sepino diventa il primo videogioco gestionale in ambito culturale
Ideato da TuoMuseo e Fabio Viola
MIC – Parco Archeologico Altilia-Saepinum
Sepino, Campobasso
App gratuita download da Google Play e App Store














