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Alberto Dambruoso. A proposito di un’opera di Boccioni contraffatta

Il pastello confraffatto erroneamente attribuito a Boccioni Il pastello confraffatto erroneamente attribuito a Boccioni
Il pastello confraffatto erroneamente attribuito a Boccioni
Il pastello confraffatto erroneamente attribuito a Boccioni
Un non comune caso di onestà intellettuale di uno storico dell’arte che ammette un errore sull’attribuzione di un Boccioni

Lo scorso marzo un collezionista al quale avevo rilasciato l’autentica di un pastello firmato Boccioni nel 2021, mi avvertiva che il nucleo dei carabinieri del Patrimonio artistico l’aveva sequestrato perché qualcuno aveva sporto denuncia di falso. Alla fine delle indagini l’opera in questione è risultata effettivamente contraffatta. Mi sembra doveroso dare conto di come sia stato possibile incorrere in questo errore di valutazione.

Quando mi fu sottoposta l’opera dal collezionista, mi disse che proveniva dalla stessa famiglia savonese di cui Maurizio Calvesi aveva già periziato quattro opere di Boccioni tra la fine degli anni ’80 e gli inizi dei ’90. Una di queste opere era stata tra l’altro acquistata da Calvesi e si trova ancora presso la sua abitazione. Tutte le opere periziate da Calvesi recavano sul verso il timbro o l’etichetta della collezione di Angelo Sommaruga. Un noto editore e gallerista milanese vissuto tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento.

Timbri e firme

Tutte le opere autenticate da Calvesi provenienti da questa famiglia savonese sono state pubblicate sul catalogo generale Calvesi – Dambruoso 2016. Tra l’altro sempre appartenenti alla famiglia savonese figurano due opere prefuturiste di Giacomo Balla (una tra l’altro rappresenterebbe proprio il Sommaruga). Recanti entrambe i timbri della collezione Sommaruga e che sono state periziate nel 2019 rispettivamente da Elena Gigli e da Fabio Benzi.

Tenendo conto dell’ottima provenienza dell’opera come certificato dalle autentiche rilasciate precedentemente da Calvesi, Gigli e Benzi, scorgendo l’etichetta della collezione Sommaruga (Sommaruga aveva vissuto anche a Parigi collezionando molti artisti francesi), la firma in stampatello sul recto e constatando che si trattava effettivamente di un’opera realizzata più di 100 anni fa, ho ritenuto fosse autentica.

Attraverso un’accurata indagine storica e fattuale si è scoperto invece che l’opera era stata acquisita ad un’asta in Francia nel 2019 e recava la firma di un autore francese. Che è stata cancellata dai falsari e sostituita con quella di Boccioni.

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