
Oltre 80 opere di Vettriano, fra cui nove olii su tela e una selezione di lavori su carta museale, per la mostra curata da Francesca Bogliolo
Oltre 80 opere, fra cui nove olii su tela e una selezione di lavori su carta museale. E poi il ciclo fotografico realizzato nello studio dell’artista da Francesco Guidicini – ritrattista del Sunday Times – e un video in cui lui racconta la propria evoluzione artistica. Lui è Jack Vettriano, il celebre artista scozzese scomparso di recente protagonista di una mostra al Museo della Permanente di Milano. Una grande retrospettiva visibile dal 20 novembre al 25 gennaio 2026 per un pittore amato in tutto il mondo per le sue scene dal sapore cinematografico, intrise di malinconia, sensualità e atmosfere da film noir.

La storia personale dell’artista, nato come Jack Hoggan in una famiglia di minatori nella contea scozzese di Fife, ha il sapore di un romanzo. Autodidatta, scopre la pittura a ventun anni e debutta nel 1988 alla Royal Scottish Academy di Edimburgo, dove vende entrambe le opere esposte nel primo giorno. Trasferitosi in città, sceglie il cognome della madre, di origini italiane, e diventa Vettriano.

Osteggiato a lungo dalla critica ufficiale, Vettriano conquista però il pubblico grazie alla sua capacità di costruire scenari evocativi, colmi di tensione emotiva: amori inquieti, camere d’albergo, sale da ballo, figure eleganti sospese in atmosfere da romanzo hard-boiled. Il suo dipinto più celebre, The Singing Butler, è stato battuto da Sotheby’s nel 2004 per quasi 750.000 sterline.













