
Il mondo intero li ha scoperti alla Biennale di Venezia 2024, primi in assoluto a dipingere completamente la facciata del Padiglione Centrale: ora, in Brasile, il collettivo MAHKU trasforma circa 100 abitazioni in una tela ambientale e viva di relazioni
Nova Lima, città-satellite di Belo Horizonte, capitale del Minas Gerais, è una delle più ricche del Brasile per la sua storia di polo estrattivo di oro e ferro e, allo stesso tempo – come tutte le metropoli brasiliane, non si sottrae al problema della disparità sociale, con intere aree di occupate da abitazioni popolari e comunità. Ed è in questo scenario che il collettivo MAHKU (Movimento dos Artistas Huni Kuin), formato da artisti dello stato dell’Acre, appartenenti al popolo indigeno Huni Kuin (noto anche come Kaxinawá) e formalizzatosi circa quindici anni fa, ha lavorato a CURA Macro, attualmente il più grande murale del Brasile.

Un’opera monumentale che ha coinvolto più di 100 case e 9mila metri quadrati di pittura e che ridisegna il volto dei quartieri di Vila São Luís, Monte Castelo, Vila Marise, Morro das Pedrinhas, Cascalho e Montividiu, settori di Nuova Lima, appunto, in un’unica, vibrante tela visibile anche a grande distanza. “Siamo felici di questo momento in cui il CURA cessa di essere solo un festival e diventa un movimento di arte pubblica. Questo macro-murale consolida la nostra missione di generare impatto economico, sociale e turistico“, ha dichiarato Janaina Macruz, fondatrice dell’Istituto CURA e curatrice del progetto insieme a Priscila Amoni, che ha aggiunto: “Portare i MAHKU qui significa dialogare con un’arte ancestrale ma profondamente contemporanea, che dalle grandi mostre internazionali arriva ora sulle case di Nova Lima. È un incontro potentissimo“.
Il collettivo MAHKU, anche in questa occasione – dopo il successo a Venezia e al MASP di San Paolo, attualmente in scena anche a Rio de Janeiro, al MAR, nella mostra “Nossa Vida Bantu”, traduce in immagini i huni meka, i canti di guarigione del proprio popolo: “I dipinti partono da un canto di guarigione. Le case diventano più sicure con la forza degli incanti della foresta. Non è una pittura qualsiasi, è una pittura spirituale, uno spirito vivente della foresta che protegge la salute e la pace della comunità”, ha dichiarato Ibã Sales Hunikuin, coordinatore di MAHKU.
Le pitture, realizzate in partnership con la Carmo Johnson Projects, non hanno solo un valore estetico, anzi: in questo caso il collettivo ha valorizzato il territorio e trasformato il rapporto degli abitanti con lo spazio in cui vivono. Ogni casa è stata trattata come un’opera individuale, dai muri laterali ai tetti, includendo la preparazione strutturale degli immobili, dunque un consolidamento delle case – dall’intonacatura e alla pittura, coinvolgendo direttamente oltre 500 persone tra residenti, pittori e produttori locali, ponendosi così come il maggior intervento già realizzato da CURA, che dalla sua fondazione nel 2017 già conta con un “patrimonio” di 35 facciate dipinte su larga scala.












