
L’opera in realtà virtuale di Olafur Eliasson inaugura il Padimai Art & Tech Studio, spazio di sperimentazione e di incontro tra arte e tecnologia. Il suo fondatore è Metakovan, architetto blockchain e collezionista d’arte noto per aver acquistato l’opera d’arte digitale di Beeple “Everydays: The First 5000 Days”
“Uno spazio indipendente e sperimentale dedicato all’esplorazione del rapporto in continua evoluzione tra arte, pratiche sociali e tecnologia”. È questo lo “statement” di Padimai Art & Tech Studio, realtà appena inaugurata a Singapore, al Tanjong Pagar Distripark. Il nuovo spazio nasce dalla visione e dalla volontà di Vignesh Sundaresan, conosciuto anche come Metakovan, architetto blockchain e collezionista d’arte diventato famoso nel 2021 per aver acquistato, per 69 milioni di dollari, Everydays: The First 5000 Days, opera d’arte digitale di Beeple.

In occasione della sua apertura al pubblico, il Padimai Art & Tech Studio presenta fino al 31 marzo 2026 un’opera d’arte digitale di Olafur Eliasson, dal titolo Your view matter. L’opera, in realtà virtuale, invita i visitatori a muoversi attraverso una sequenza di sei ambienti geometrici, all’interno dei quali motivi animati corrispondono ai movimenti dei corpi dei visitatori. L’esperienza si compone di un paesaggio sonoro minimalista creato da Eliasson, per un progetto che coniuga percezione, spazio, geometria, ritmo, tutti elementi peculiari della pratica dell’artista. La fruizione di Your view matter prevede l’utilizzo di sette visori VR, ciascuno con un diametro di quattro metri per consentire ai visitatori di muoversi liberamente mentre esplorano l’opera.

Non finisce qui: ogni esperienza dell’opera, genera un file di dati che registra la traiettoria e la prospettiva del partecipante. Questi file sono raccolti in un archivio blockchain ideato da Sundaresan: “’Your view matter’ è sia un’esperienza virtuale che un archivio digitale in continua espansione, una registrazione in evoluzione della percezione e della partecipazione umana conservata all’interno di una rete decentralizzata di memoria collettiva”, spiega il collezionista. “Questo archivio vivente incarna la missione di Padimai Art & Tech Studio, che cerca di costruire infrastrutture in cui arte e tecnologia coesistono come strumenti di autonomia, memoria e immaginazione. Noi di Padimai non vediamo la tecnologia come un meccanismo di controllo, ma come un orizzonte di riferimento per le nostre potenzialità creative, un mezzo che consente agli artisti e alle comunità di conservare, condividere e preservare il proprio lavoro secondo i propri termini. L’archivio blockchain”, conclude Sundaresan, “riflette questo principio e funziona come un simulacro dell’opera d’arte, in grado di essere riprodotto, riavvolto, accelerato e trasmesso al rallentatore, consentendoci di ricordare e rivivere gli atti creativi nella loro piena integrità”.










