
Diane Lima, curatrice del prossimo Padiglione del Brasile alla Biennale di Venezia “Comigo Ninguém Pode”, che vedrà in dialogo le poetiche di Rosana Paulino e Adriana Varejão, sarà anche la curatrice della 39.ma edizione del “Panorama da Arte Brasileira”, la Biennale del MAM (Museo di Arte Moderna) di San Paolo
“Depois que tudo foi dito” (Dopo che tutto è stato detto). La scelta arriva al termine di un processo di selezione di cinque mesi supervisionato dal Consiglio di Amministrazione del museo e dal suo Comitato Artistico, composto da Alexia Tala, Claudinei Roberto da Silva, Cristiana Tejo, Daniela Labra e Rosana Paulino, in collaborazione con il curatore capo Cauê Alves, che ha dichiarato: “Il progetto di Diane Lima è stato selezionato per ampliare la discussione sul panorama culturale brasiliano e per offrire una prospettiva che sfida le letture convenzionali dell’arte contemporanea nazionale – elemento che è sempre stato fondamentale per il Panorama”,
Oltre i limiti della rappresentazione
Lima svilupperà un progetto curatoriale incentrato su ciò lei stessa definisce una “svolta epistemologica”: “Quando parliamo dei limiti della rappresentazione plasmati da un regime estetico razzializzato, indichiamo una struttura che governa il pensiero compositivo e l’uso del linguaggio – una struttura che confina la produzione artistica entro un immaginario categorico, predeterminato e mercificato“, spiega la curatrice. La 39,ma edizione proporrà quindi un esercizio di speculazione e riflessione sulla creazione di una esperienza storica del luogo: “Dove siamo ora, dove siamo arrivati e dove vogliamo andare, dopo tutto ciò che è già stato detto, fatto, visto, scritto e immaginato? E come possono le pratiche artistiche mantenere l’urgenza e la legittimità delle richieste politiche rispondendo alle trasformazioni che quei stessi discorsi hanno messo in moto?”. Da qui il titolo della mostra, ispirato a una questione filosofica sollevata da Denise Ferreira da Silva, tra le più importanti pensatrici femministe nere contemporanee, che ci invita a immaginare “se possiamo coltivare una sensibilità che presume e anticipa ciò che si trova al di là di tutto ciò che è stato detto e fatto sulla violenza coloniale e razziale, e sul ruolo che continua a svolgere nel sostenere il capitale globale“. Sviluppando questa provocazione e il suo dialogo continuo con la filosofa, Lima costruisce un progetto curatoriale che riflette su come certe pratiche artistiche abbiano performato, nei loro procedimenti poetici e compositivi, esercizi radicali di immaginazione e sperimentazione che assumono quelle che definisce “forme oceaniche, porose e mostruose”.
Appuntamento a settembre 2026 al Museo di Arte Moderna di San Paolo, al Parco Ibirapuera, al termine dei lavori di rinnovamento del museo e del suo padiglione principale.











