
Lungarno Collection torna protagonista dell’arte contemporanea a Firenze con un nuovo progetto firmato da González a cura di Valentina Ciarallo
Il Gallery Hotel Art di Firenze, parte della Lungarno Collection, prosegue il suo dialogo con la creatività contemporanea accogliendo fino a maggio 2026 l’artista argentino Daniel González, per la prima volta in città, con la mostra The Invented Reality, a cura di Valentina Ciarallo. Un progetto che trasforma lo spazio dell’hotel in un luogo di riflessione e leggerezza. L’inaugurazione si è svolta il 27 novembre: e non è casuale, visto che coincide con il giorno del Thanksgiving. Una scelta che vuole essere un invito a fermarsi insieme e “celebrare” la gratitudine.
In questa occasione, l’arte diventa mezzo per condividere gioia, riconoscenza e bellezza, trasformando la mostra in un piccolo rito collettivo di festeggiamento e meraviglia. Al centro del progetto una serie di opere inedite realizzate in mylar, un materiale riflettente e cangiante che rimanda all’immaginario della festa, del rito collettivo, inteso come momento di gioia e felicità. Opere popolari perché evocano la comunanza di momenti celebrativi e favoriscono il riconoscimento nella quotidiana socialità.

Sulle superfici vibranti dei quadri appaiono parole e frasi come “I Love You”, “Thank You”, “It’s Ok”, “Open Mind”, “Hot Stuff”, “Nice”. Si tratta di messaggi semplici e universali che diventano veri e propri graffiti del quotidiano. González è un artista potente ed empatico che trasforma l’emozione in gesto visivo, restituendo alla parola il suo potere originario di condivisione e di contatto. Ogni scritta è una dichiarazione affettiva, un pensiero fugace che si riflette e si moltiplica, invitando chi guarda a riconoscersi e fare uso di un linguaggio comune che contiene un valore da preservare.
Vivere le cose del mondo
Nel luccichio del mylar si specchiano i nostri stati d’animo, positivi il più delle volte ma anche il malessere e la fatica del vivere quotidiano, sempre però con la ricerca di una chiave d’uscita. In questo, sta la leggerezza di queste opere che, con semplicità apparente trovano il vero senso del vivere le cose del mondo. Gonzales sottolinea la necessità di comunicare, di ringraziare, di rassicurare, di amare. Le opere diventano allora una celebrazione della parola stessa. “Il mio lavoro s’incentra nel rito della celebrazione”, spiega l’artista, “intesa come pratica collettiva, come dimensione in cui la vita quotidiana si sospende per dare spazio all’incontro, alla leggerezza, alla festa”.

Questa idea di festa, intesa nel senso antropologico e filosofico, diventa per González un lessico universale che unisce le persone oltre i ruoli e le differenze. Nella vivacità del materiale utilizzato si manifesta la possibilità di una comunicazione diretta e positiva come luogo simbolico dove il pubblico è invitato a rivedere i propri codici di comportamento e a lasciarsi attraversare da un sentimento di apertura e felicità.
“La festa è la presentazione della comunità stessa nella sua forma più compiuta”, secondo Gadamer. E in questa dimensione, i “text paintings” di Daniel González agiscono come catalizzatori di energia collettiva. Le parole vibrano, riflettono la luce e l’ambiente, si muovono e si ricompongono al passaggio dell’aria restituendo allo spettatore la sensazione di appartenere a un tempo sospeso, in cui anche il più piccolo gesto può diventare celebrazione. L’idea alla base dell’arte relazionale è quella di usare spazi condivisi di esperienza, dispositivi capaci di andare oltre le pure forme da contemplare e generare legami tra le persone.

Il senso del colore
In mostra una serie di monocromi scintillanti, piccoli arazzi ricamati e una selezione di contenitori – vasi per fiori – realizzati con un’originale tecnica artigianale di ricamo a paillettes. In questo aspetto l’artista argentino non è dimentico della sua lunga esperienza lavorativa negli anni Ottanta per il gruppo Benetton, dalla quale porta il senso del colore, del disegno su tessuto e della lavorazione e cucitura di materiali di vario genere. I Flower Pots nascono come omaggio alle radici toscane della famiglia di González dove da bambino l’artista osservava con meraviglia i barattoli di latta per alimenti, i packaging commerciali e le scatole dei detersivi che la nonna riutilizzava come porta piante.
Le immagini iconiche stampate su quei contenitori, dalla donna che offre pomodori colti al sole a personaggi pop come il celebre “Mastro Lindo”, hanno assunto per lui un’aura quasi mitica, trasformandosi in “immagini super-potenti” da reinterpretare attraverso il suo sguardo. Attraverso la sua formidabile abilità manuale, l’artista ricodifica l’immaginario popolare con ricami di perline e paillettes, accompagnandoli con frasi provenienti dal suo bagaglio culturale, trasformate in veri e propri slogan poetici e ironici. Metafore di esperienze vissute dove ogni frase diventa un frammento autobiografico, un breve spot di vita che riaffiora attraverso l’oggetto.

In “Valium reality sucks”, “Alive multivitamin”, “Chivas Regal”, si evocano bisogni emotivi, cercando un effimero sollievo, un equilibrio o una presenza alla quale si cerca di dare forma viva. The Invented Reality è una micro-utopia quotidiana, che diventa gesto estetico, in uno spazio espositivo che è luogo di connessione emotiva, oltre la distanza, oltre la provenienza dell’oggetto stesso.
Daniel González
The Invented Reality
Fino al 27 maggio 2026
A cura di Valentina Ciarallo
Gallery Hotel Art
Vicolo dell’Oro, 5 – Firenze
Ingresso libero












