
Presentato presso il Ministero della Cultura a Roma il programma della prima Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea. Mostre, performance e residenze sono il fulcro della manifestazione che inaugurerà il 15 gennaio 2026
15 gennaio: è un anniversario, e allo stesso tempo segna l’inizio di un nuovo percorso. È emblematica la data scelta per inaugurare l’anno di Gibellina Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2026: si ricordano il terremoto che nel 1968 colpì Gibellina e la Valle del Belice e la rinascita della cittadina frutto del visionario progetto di Ludovico Corrao che, attraverso l’arte e la cultura, diede vita alla Gibellina odierna.
Portami il Futuro è il titolo del programma di Gibellina Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2026, frutto di un lavoro che coinvolge i comuni del Belice, attori e istituzioni della scena culturale locale e internazionale. All’insegna della visione di Ludovico Corrao: oggi come allora, l’arte contemporanea può essere strumento di rigenerazione e sviluppo sociale, svolgendo un ruolo cruciale nella costruzione della società di domani.

Il programma del lungo anno di Gibellina – presentato questa mattina presso la Sala Spadolini del Ministero della Cultura – è a cura del direttore artistico Andrea Cusumano, con il contributo dei co-curatori Cristina Costanzo ed Enzo Fiammetta e del coordinatore del progetto Antonio Leone, del Comitato curatoriale di supporto-composto da Antonella Corrao, Arianna Catania, Alfio Scuderi e Giuseppe Maiorana, e del Comitato Scientifico formato da Antonia Alampi, Achille Bonito Oliva, Marco Bazzini, Michele Cometa, Hedwig Fijen, Claudio Gulli, Teresa Macrì e Maurizio Oddo.
“L’arte contemporanea non è per noi solo l’arte del presente, ma è anche e soprattutto l’arte della presenza. Crediamo che sia responsabilità degli artisti essere presenti e costruire relazioni in grado di riaccendere il senso di umanità. Essere presenti nei luoghi della gente per costruire la bellezza come compito sociale”, sottolinea Andrea Cusumano.
Mostre; Residenze; Arti performative; Educazione e partecipazione; Simposi, conferenze e giornate di studio: sono queste le aree in cui si suddivide Portami il Futuro, per un programma che mette al centro il territorio, invitando gli artisti a dialogare con esso attraverso i linguaggi dell’arte, del teatro, del cinema. “Agli artisti abbiamo chiesto di essere presenti e impegnarsi per ripensare un luogo, restaurare una dimensione sociale, creare nuova bellezza per il territorio nel segno della trasformazione”, continua Andrea Cusumano.

Laura Thermes, Sistema delle Piazze, 1990 Gibellina, Trapani
Il 15 gennaio la manifestazione verrà inaugurata con due grandi mostre: Dal mare, dialoghi con la città frontale, con i Masbedo e Adrian Paci, a cura di Andrea Cusumano; Colloqui: Carla Accardi, Letizia Battaglia, Renata Boero, Isabella Ducrot, Nanda Vigo, a cura di Cristina Costanzo ed Enzo Fiammetta. Nei musei successivi, sarà poi la volta di esposizioni che vedranno protagonisti artisti dello scenario italiano e internazionale, fino alla collettiva Domestic Displacement con Mona Hatoum, William Kentridge, Shirin Neshat, Amalia Pica, AnnaMaria Maiolino, Regina José Galindo, Santiago Sierra, Zehra Doğan, María Magdalena CamposPons, Holly Stevenson, Paolo Icaro, Olu Oguibe, Mustafa Sabbagh, Akram Zaatari, a cura di Giulia Ingarao e Antonio Leone. E ancora, una mostra sull’Art Brut a cura di Eva di Stefano, la mostra di Liu Bolin, la personale di Francesco Bellina, e una mostra in omaggio al gallerista e collezionista Peppe Morra, a cura di Andrea Cusumano e Antonio Leone. Rappresenterà un “ritorno a casa” il riallestimento di Circle of Life di Richard Long a Gibellina, proveniente dal Museo Riso di Palermo.
Altrettanto ricco è il programma di residenze, che vedrà arrivare a Gibellina, a partire dalla primavera, gli artisti Lucia Veronesi, Flavio Favelli, Sislej Xhafa, Giorgio Andreotta Calò; e poi, tra gli altri, Virgilio Sieni e una tappa della Scuola di Santa Rosa con Francesco Lauretta e Luigi Presicce.
Per le Arti Performative, a giugno è prevista, presso il Grande Cretto di Burri, un’installazione teatrale di Emilio Isgrò; a luglio sarà poi la volta di un’installazione di Roberto Andò e Mimmo Paladino al Baglio Di Stefano. In programma anche una performance di Regina José Galindo e una nuova edizione, dopo le precedenti svoltesi a Palermo, di BAM – Biennale Arcipelago Mediterraneo. Saranno fortemente connesse con il programma di Portami il Futuro anche le prossime edizioni del Festival delle Orestiadi e di Gibellina Photoroad.











