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Tre cose che farò nel 2026. Paolo Repetto

Paolo Repetto Paolo Repetto
Paolo Repetto
Paolo Repetto
Scopriamo i progetti per l’anno 2026 dei protagonisti del sistema dell’arte italiana: critici e storici dell’arte, direttori di museo, artisti, galleristi, collezionisti, operatori culturali

1. Cézanne Andrò a vedere la grande mostra di Cézanne alla Beyeler di Basilea

2. Dresda Andrò a vedere la Pinacoteca di Dresda, che non ho ancora visitata: un luogo un po’ periferico ma con tanti capolavori pittorici

3. Macchiaioli A Milano visiterò la grande mostra sui Macchiaioli a Palazzo Reale. L’Impressionismo, che amo molto, ha un po’ oscurato tutto l’altra arte in Europa verso la fine dell’800. Un po’ ingiustamente. È curioso, la storia dell’arte si fonda ancora su non pochi casi di sopravvalutazione e sottostima. Per non parlare del mercato dell’arte che oggi sembra veramente impazzito: pensiamo ai prezzi altissimi, alle aggiudicazioni senza senso di tanti artisti mediocri, o alle Pecore e ultimamente, il Rinoceronte di François-Xavier Lalanne. Ma veritas filia temporis, la verità è figlia del tempo, e la storia metterà a posto le cose.


Intellettuale, saggista, curatore di mostre, Paolo Repetto (1965) ha sempre sposato la sua passione per la musica classica con l’arte visiva. È laureato con lode in Lettere moderne con indirizzo di storia dell’arte all’Università di Genova. Ha compiuto gli studi musicali al Conservatorio “G.Verdi” di Torino, diplomandosi in pianoforte. Ha pubblicato numerosi saggi approfondendo le relazioni e le corrispondenze tra arte e musica. Da diversi anni collabora con la Repetto gallery, London, e la De Primi Fine Art di Lugano.

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