
A Gentil Carioca, Rio de Janeiro
Nel segno di Paulo Freire e della sua visione dell’educazione come “pratica della libertà”, la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo – dedicherà l’intero prossimo anno al progetto “Pedagogia della Speranza”, ispirato al lascito teorico dell’antropologo brasiliano Paulo Freire
Sotto la direzione di Lorenzo Giusti, il museo trasforma la sua missione, ponendo al centro l’apprendimento condiviso come strumento di emancipazione e trasformazione sociale. Dopo il biennio dedicato a nuovi formati curatoriali, il 2026 segna un passo cruciale verso l’apertura della nuova sede, concentrandosi sul terzo pilastro strategico: l’educazione.
In un’epoca di rapidi mutamenti e apprendimenti “indotti” dalla tecnologia, la GAMeC lancia una riflessione urgente: educare a cosa? E educare come? Il programma risponde con un Public Program interdisciplinare che per dodici mesi integrerà pedagogia, arte e cultura tecnico-scientifica attraverso incontri, seminari, tavole rotonde e workshop. Un dialogo che coinvolgerà realtà locali e internazionali, dal sociale al civico, creando una rete di pratiche condivise.
Cuore pulsante dell’estate sarà l’intervento del collettivo Fosbury Architecture al Palazzo della Ragione, che trasformerà lo spazio storico in un laboratorio permanente di sperimentazione pedagogica, un’installazione modulabile e attiva dove far convivere quotidianamente pratiche artistiche, educative e civiche.
Ad accompagnare il percorso, due mostre nello Spazio Zero. Dal 26 febbraio al 6 settembre, Ana Silva (Angola/Portogallo) presenterà “Eau”, un progetto che, attraverso il ricamo collaborativo con artigiane locali, denuncia con poetica forza la crisi globale dell’acqua. Dal 1 ottobre, Selma Selman (Bosnia ed Erzegovina), artista e attivista rom, porterà un progetto site-specific ispirato al suo principio “imparare a disimparare”. La sua arte, legata all’emancipazione femminile e alla fondazione “Get the Heck to School”, incarna la speranza educativa come atto di resistenza.
Il programma si amplierà con una nuova piattaforma di Radio GAMeC, dedicata a dialoghi sulle metodologie educative contemporanee, e con un ricco calendario di visite sperimentali alle Collezioni. L’obiettivo è chiaro: fare del museo un presidio educativo diffuso, un luogo di dialogo circolare che sviluppi autonomia, responsabilità e pensiero critico. La GAMeC non ospita più solo opere, ma coltiva conoscenza, trasformandosi in un vivace museo dell’apprendimento.










