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Primavera Romana. La personale di Adel Abdessemed alla Galleria Continua

Adel Abdessemed, Primavera Romana, Galleria Continua, St. Regis, Roma Adel Abdessemed, Primavera Romana, Galleria Continua, St. Regis, Roma
Adel Abdessemed, Primavera Romana, Galleria Continua, St. Regis, Roma
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Negli spazi dell’hotel St. Regis la Galleria Continua presenta la personale con opere realizzate da Abdessemed tra il 2015 e il 2025

A Roma, negli spazi del The St. Regis, Galleria Continua presenta Primavera Romana, la personale dell’artista francese Adel Abdessemed. La mostra nasce con l’intento di restituire al il visitatore lo studio dell’artista, un luogo in cui si snodano opere intrise di memorie collettive, in cui si apre un dialogo intimo con i segreti e le ombre della Città Eterna. Uno spazio in cui il disegno diventa strumento di riflessione sui temi che Abdessemed esplora sin dagli esordi, lungo il confine instabile tra vita e morte. Nelle opere di Abdessemed, nulla è mai rassicurante: anche ciò che appare quieto è attraversato da una tensione latente, come se ogni immagine fosse sospesa nell’attesa di un’esplosione.

Questa dialettica tra calma apparente e violenza imminente attraversa l’intero percorso espositivo, articolato in sezioni tematiche che raccolgono opere realizzate tra il 2015 e il 2025. Tra le più emblematiche si colloca Politics of the Studio: Piazza San Pietro, realizzata durante il periodo della pandemia da Covid-19. Nel disegno, la piazza appare vuota, battuta dalla pioggia e dal vento, mentre sullo sfondo emerge la figura solitaria del Papa in preghiera. L’immagine restituisce una sospensione silenziosa, un tempo immobile che trattiene, sotto la superficie, un profondo senso di fragilità collettiva.

 

Adel Abdessemed, Primavera Romana, Galleria Continua, St. Regis, Roma
Adel Abdessemed, Primavera Romana, Galleria Continua, St. Regis, Roma

Nella stessa sala compaiono due disegni della serie Politics of Drawing: un asino e un agnello. Animali tradizionalmente associati alla mitezza, all’umiltà e all’innocenza, vengono caricati di una tensione perturbante. In particolare, l’agnello – simbolo cristiano di purezza e sacrificio – è accovacciato su un giaciglio di dinamite, trasformando l’immagine della redenzione in una scena di minaccia imminente, dove la quiete diventa precaria e ingannevole.

Un luogo di attesa

Questa stessa tensione attraversa Histoire de l’art, un grande disegno a carboncino su carta che ritrae il Cristo crocifisso. Al quale Abdessemed aggiunge un braccio di filo spinato a doppio taglio. Le linee del disegno si fondono con quelle aggrovigliate del filo spinato, costruendo il braccio in tre dimensioni, come se la sofferenza emergesse dalla superficie del foglio e invadesse lo spazio. L’opera nasce dopo la visita dell’artista al Museo Unterlinden di Colmar, dove si confronta con la Pala d’altare di Isenheim di Matthias Grünewald: un riferimento decisivo, che si traduce in una risposta contemporanea a una delle rappresentazioni più radicali della sofferenza cristiana. In linea con quanto osserva Erich Auerbach in Mimesis, il Cristo di Abdessemed è profondamente umano, esposto al dolore, lontano da ogni idealizzazione e capace di generare empatia.

 

Adel Abdessemed, Primavera Romana, Galleria Continua, St. Regis, Roma
Adel Abdessemed, Primavera Romana, Galleria Continua, St. Regis, Roma

In esposizione, Glass of Water rappresenta nello spazio ristretto di un bicchiere, alcuni pesci che continuano a muoversi. Come afferma l’artista, “per me i pesci in un bicchiere diventano una natura morta vivente… un bagliore sospeso tra movimento e immobilità, dove la vita sembra stare sull’orlo del proprio silenzio“. Anche qui, l’immagine è trattenuta in una soglia instabile, tra respiro e immobilità, tra sopravvivenza e sparizione. In un’altra sala, la serie Nature Morte sintetizza con forza questa poetica. Abdessemed si confronta con il mondo inanimato attraverso disegni a carboncino e pastello che raffigurano fiori recisi, rami, melograni. Accostati a micce e candelotti di dinamite, legati e disposti con apparente armonia.

In queste composizioni si manifesta chiaramente la tensione tra bellezza formale e violenza. Il disegno costruisce un ordine fragile, pronto a cedere, in cui paura e stupore convivono. Il melograno, frutto simbolico sospeso tra vita e morte, diventa emblema di questo equilibrio instabile. Dove tutto sembra immobile e, allo stesso tempo, sul punto di detonare. In Primavera Romana, ogni immagine è un luogo di attesa. La calma non è mai pace, ma il preludio silenzioso di qualcosa che potrebbe accadere da un momento all’altro.

 

Adel Abdessemed, Primavera Romana, Galleria Continua, St. Regis, Roma
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