
Rainer ebbe un ruolo decisivo nel clima culturale dell’Azionismo Viennese, pur restando sempre una figura autonoma e difficilmente etichettabile
Si è spento il 18 dicembre, all’età di 96 anni, Arnulf Rainer, uno dei più influenti artisti europei del secondo dopoguerra. Nato nel 1929 a Baden, in Austria, è morto circondato dalla famiglia, lasciando un’eredità artistica che ha profondamente ridefinito il linguaggio della pittura contemporanea.
Figura centrale dell’avanguardia internazionale, Rainer è noto soprattutto per le sue “Übermalungen” (overpaintings), avviate nei primi anni Cinquanta. Opere in cui l’artista interveniva su immagini preesistenti – proprie o altrui – coprendole con strati di colore densi e gestuali. Un processo che mette in tensione creazione e distruzione, memoria e oblio, e che per lui aveva un valore quasi spirituale, più legato all’atto del dipingere che all’opera finita.
Parallelamente, l’artista ha esplorato il corpo e il volto come campi di sperimentazione estrema, dai primi blind drawings fino ai celebri autoritratti fotografici degli anni Sessanta e Settanta, spesso violentemente rielaborati con il colore. In questo contesto, Rainer ebbe un ruolo decisivo nel clima culturale dell’Azionismo Viennese, pur restando sempre una figura autonoma e difficilmente etichettabile.

Rainer Museum
La sua carriera internazionale è stata costellata da mostre e riconoscimenti di primo piano: dalla partecipazione a documenta a Kassel alle grandi retrospettive al Centre Pompidou, al Guggenheim di New York e all’Albertina di Vienna. Le sue opere fanno parte delle collezioni permanenti dei maggiori musei del mondo, tra cui il MoMA e il Guggenheim. Nel 2009, nella sua città natale, è stato inaugurato l’Arnulf Rainer Museum, a lui interamente dedicato.
Artista instancabile e radicale, ha attraversato oltre settant’anni di ricerca senza mai smettere di interrogare i limiti dell’immagine e del gesto pittorico. La sua opera resta una testimonianza potente della complessità storica e spirituale dell’Europa del Novecento.









