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John Giorno mania: al MAMbo la prima grande retrospettiva italiana

John Giorno con l'opera Dial-A-Poem, 1970. Courtesy Giorno Poetry Systems
John Giorno con l’opera Dial-A-Poem, 1970. Courtesy Giorno Poetry Systems
Poeta, performer e attivista magnetico, John Giorno sarà protagonista di “The Performative Word”, la prima grande retrospettiva italiana, al MAMbo di Bologna, che anticipa il programma di ART CITY Bologna 2026, il palinsesto promosso dal Comune di Bologna con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.

Nato a New York, nel 1936, e scomparso nel 2019, John Giorno ha saputo trasformare la parola in un’esperienza totale, un gesto vivo capace di abitare lo spazio pubblico. A lui, figura cardine dell’avanguardia del secolo scorso, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna dedica dal 5 febbraio al 3 maggio 2026, nella monumentale Sala delle Ciminiere, “John Giorno: “The Performative Word”, la prima grande retrospettiva italiana, dopo “A labour of LOVE”, alla Triennale di Milano, durante lo scorso miart.

«Giorno ha trasformato la parola in arte pubblica, estendendo la performance oltre la pagina, in ambiti non convenzionali come le strade e le linee telefoniche», dichiara l’assessore alla Cultura di Bologna, Daniele Del Pozzo, «un modello che rispecchia la vocazione di Bologna a riconoscere il valore delle differenze e a dare spazio a un’arte che dialoga con la città». Una sintesi perfetta per un artista la cui pratica ha infranto ogni confine disciplinare, intrecciando poesia, arti visive, musica e impegno politico, grazie anche a collaborazioni seminali con Andy Warhol, Robert Rauschenberg, William Burroughs e Patti Smith, e alla fondazione nel 1965 della rivoluzionaria piattaforma no-profit Giorno Poetry Systems.

«Ha incarnato la possibilità di una poesia che si fa esperienza del mondo, che abita il corpo, la voce e lo spazio, costruendo un universo estetico che ancora risuona con sorprendente attualità», spiega il direttore del MAMbo e curatore della mostra, Lorenzo Balbi, che annuncia come il percorso espositivo ripercorrerà la traiettoria multiforme di Giorno, mostrando come abbia spinto il linguaggio poetico verso dimensioni plastiche e relazionali. Le sue iconiche poesie visive, riprodotte su tele e poster con un font e una palette cromatica inconfondibili, dialogano con installazioni storiche che esplorano il suono e la tecnologia. Epicentro della mostra sarà la ricostruzione di Dial-A-Poem, l’opera pionieristica del 1969 che trasformò il telefono in un medium poetico di massa, presentata al MoMA di New York nel 1970. Per l’occasione, il MAMbo dà vita a Dial-A-Poem Italy, una nuova edizione italiana dell’opera che coinvolge oltre trenta voci della poesia contemporanea nazionale – tra cui Antonella Anedda, Milo De Angelis e Valerio Magrelli – selezionate da Caterina Molteni. Attivando il numero +39 051 0304278, accessibile 24 ore su 24, il pubblico potrà ascoltare in modo imprevedibile frammenti poetici, in una performance intima e sempre diversa.

Una sezione d’archivio, a cura di Nicola Ricciardi con Eleonora Molignani e allestita da Studio EX, presenta materiali spesso inediti – poster, lettere, contratti – che tracciano l’evoluzione di Giorno, ponendola in relazione con il contesto artistico e l’attivismo dei suoi tempi, in particolare nella lotta all’AIDS con l’AIDS Treatment Project. Il MAMbo, così, rinnova la sua attenzione per la performance e rende omaggio a un artista che ha reinventato la poesia come gesto collettivo, un linguaggio multidimensionale che unisce politica, spiritualità e vita quotidiana.

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