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La Natività trafugata di Caravaggio rivive a Palermo con la pittrice Maïa Régis

Maïa Régis, ''Il Cielo di San Lorenzo''. Foto ©Fausto Brigantino Maïa Régis, ''Il Cielo di San Lorenzo''. Foto ©Fausto Brigantino
Maïa Régis, ''Il Cielo di San Lorenzo''. Foto ©Fausto Brigantino
Maïa Régis, ”Il Cielo di San Lorenzo”. Foto ©Fausto Brigantino
In ricordo del capolavoro caravaggesco trafugato nel 1969 e mai più ritrovato, ogni anno presso l’Oratorio di San Lorenzo viene svelata una nuova Natività realizzata da un artista contemporaneo. Per il 2025 è stata invitata la pittrice franco-italiana Maïa Régis

È Maïa Régis l’artista invitata quest’anno a realizzare una nuova Natività pensata per l’Oratorio di San Lorenzo di Palermo, dove un tempo era custodita la Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi di Caravaggio. Trafugato nel 1969, il capolavoro caravaggesco non è mai stato più ritrovato, lasciando una ferita ancora oggi aperta. Una ferita che l’Associazione Amici dei Musei Siciliani, dal 2010, prova a colmare con il balsamo dell’arte contemporanea, invitando ogni anno un artista del panorama nazionale e internazionale a realizzare, nell’ambito della rassegna NEXT, una Natività, che viene svelata la notte del 24 dicembre e rimane esposta fino al 17 ottobre successivo, data in cui ricorre l’anniversario del furto della Natività di Caravaggio.

Maïa Régis, ''Il Cielo di San Lorenzo''. Foto ©Fausto Brigantino
Maïa Régis, ”Il Cielo di San Lorenzo”. Foto ©Fausto Brigantino

Francesco De Grandi, Francesco Simeti, Emilio Isgrò, Vanessa Beecroft e Michelangelo Pistoletto sono alcuni degli artisti che, con le loro opere, hanno partecipato a NEXT. Quest’anno è la volta della pittrice franco-italiana Maïa Régis che, nel suo studio palermitano situato in un palazzo storico del quartiere Ballarò, ha realizzato Il Cielo di San Lorenzo, collocato sull’altare dell’Oratorio. Un’opera in cui si stratificano colori e memorie, influenzate delle architetture e dalla cultura palermitane, dagli stucchi del Serpotta, dalla pittura del Caravaggio.

“È un privilegio creare una nuova Natività per l’Oratorio di San Lorenzo, uno dei luoghi più straordinari di Palermo”, spiega l’artista. “Qui la luce degli stucchi di Serpotta dialoga con l’oscurità del Caravaggio, e l’assenza della tela rubata è diventata quasi mitica nella memoria della città. Le chiese barocche di Palermo sono per me una fonte inesauribile d’ispirazione: lavorare per questo spazio leggendario è un’esperienza unica”.

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