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Tre cose che farò nel 2026. Fabio De Chirico

Fabio De Chirico Fabio De Chirico
Fabio De Chirico
Fabio De Chirico
Scopriamo i progetti per l’anno 2026 dei protagonisti del sistema dell’arte italiana: critici e storici dell’arte, direttori di museo, artisti, galleristi, collezionisti, operatori culturali

1. Istituto Centrale per la Grafica Sono diventato direttore dell’Istituto Centrale per la Grafica da pochi mesi e sin da subito mi sono reso conto delle straordinarie potenzialità ancora del tutto inespresse di questo prestigioso Istituto, davvero unico al mondo. Le straordinarie collezioni che custodisce e tutela, che vanno dall’antico al contemporaneo – dalle matrici originali, da Piranesi a Bacon, alla raccolta di fotografie e video arte; circa 152.000 tra stampe e disegni, da Leonardo ai nostri giorni; con laboratori di restauro che vanno dalla carta ai metalli (siamo l’unico Istituto dotato di un laboratorio di restauro per le matrici); per non dire dell’arte contemporanea, dai libri d’artista alle installazioni – oltre alla importante attività di produzione di incisioni e stampe, sono praticamente ignote al grande pubblico. Infatti, col direttore Massimo Osanna ci siamo posti immediatamente l’obiettivo di valorizzare e rendere fruibile il variegato e multiforme insieme di opere d’arte, magari immaginando una rotazione di segmenti di collezioni, considerando la delicatezza e la fragilità che ne caratterizza gli aspetti costitutivi e materici, da un punto di vista della conservazione. Pertanto il primo obiettivo che conto di raggiungere già all’inizio del prossimo anno è l’inserimento dell’Istituto all’interno del Sistema Museale Nazionale: abbiamo già avviato tutte le procedure che comportano l’applicazione e il raggiungimento di determinati parametri, dotandoci della Carta dei Servizi e a breve anche dello statuto che a tutti gli effetti ci permetterà nei primi mesi del prossimo anno di acquisire il riconoscimento di “museo” all’interno della rete di valorizzazione istituzionale. Va detto infatti che finora l’ICG era soprattutto considerato come luogo di ricerca e di studio, con un profilo prettamente specialistico e internazionale, peculiarità che certamente verrà rafforzata e consolidata nel tempo, anche grazie ai numerosi tirocini e partenariati accademici già avviati. Ci siamo anche dotati di totem per la bigliettazione on line che a breve verranno attivati, per consentire al pubblico di organizzare le visite e le prenotazioni da remoto.

2. Van Heemskerck Il secondo progetto che vedrà piena attuazione a fine febbraio, proprio nella logica di valorizzare le collezioni anche attraverso attività espositive di carattere internazionale, è la grande mostra dedicata a Roma e al grande artista olandese Van Heemskerck, che per la prima volta consentirà ai visitatori italiani di poter ammirare più di trenta disegni originali, mai prestati prima dai Musei di Berlino, che verranno posti a confronto con quelli delle nostre collezioni, oltre che con le opere scultoree, generosamente messe a disposizioni dalle collezioni archeologiche dei Musei romani, dai Capitolini al nostro Museo Nazionale. A breve partirà la campagna di comunicazione che offrirà dettagli e informazioni più specifiche.

3. Piattaforma Il terzo proposito che mi sono ripromesso per il 2026 è quello di avviare un progetto di costruzione di una piattaforma operativa, fondata sulla riflessione comparata e transdisciplinare che pone al centro la questione del ruolo dell’istituzione museale nella contemporaneità. È un progetto a cui sto lavorando in rete con altri soggetti, pubblici e privati, che è ancora in una fase di elaborazione teorica, ma che sostanzialmente mira a costituire un modello metodologico applicabile anche in altri contesti, che si fonda ovviamente non solo sull’ibridazione – a mio avviso necessaria e in qualche modo fondativa del museo come paradigma culturale – tra patrimonio storico e arti visive contemporanee, ma anche sull’idea che la pratica museologica sia di per sé una interpretazione e dunque che necessiti di una narrazione continuamente modificabile, strutturandosi come una sorta di sistema operativo e interattivo. Per concludere direi che più che un proposito ho un auspicio: che l’ICG diventi davvero uno spazio di elaborazione culturale e di produzione di tutti e per tutti, a disposizione del territorio e degli artisti, in una visione sinergica e di apertura verso la contaminazione delle visioni e dei linguaggi.


Fabio De Chirico è uno storico dell’arte contemporaneista e autore di numerosi saggi, specializzato in museologia. Si è occupato di restauro e di allestimenti museali, curando la realizzazione della nuova Galleria Nazionale di Cosenza. Ha curato diverse mostre ricoprendo il ruolo di Soprintendente ai Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici. Ha svolto incarichi di docenza in numerosi corsi di specializzazione presso l’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario, l’Università degli Studi di Perugia, l’Università degli Studi della Calabria. Autore di numerosi articoli e saggi, ha curato cataloghi e mostre dedicate alle arti visive contemporanee e alla fotografia. Ha ricoperto i ruoli di Soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici dell’Umbria e della Calabria Dal 2013 fa parte del Comitato Scientifico della Collezione di arte contemporanea della Farnesina. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni e ha recentemente pubblicato con Electa il volume Mosaici contemporanei nella Collezione Farnesina. Dal 2015 al 2025 è stato direttore del Servizio II “Arte contemporanea e fotografia” della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Attualmente è direttore dell’Istituto Centrale per la Grafica.

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