CHE COSA SONO LE NUVOLE?
GIOVANNI FRANGI in mostra a BERGAMO e TRENTO
Due appuntamenti per conoscere le ultime ricerche artistiche che Giovanni Frangi sta compiendo, intorno ai temi del cielo e dello scorrere del tempo. Fino al 28 febbraio 2009 allaGalleria il Castello Studio d’Arte Contemporanea di Trento un ciclo di trentuno immagini di cieli che scandiscono i giorni del mese di gennaio. A Bergamo invece fino al 15 marzo 2009nei suggestivi spazi dell’ex Oratorio di San Lupo una installazione dal titolo MT 2425, progettata espressamente per il particolare edificio: un ex Ossario.
Giovanni Frangi racconta i 31 cieli di gennaio , Galleria il Castello, Trento, fino al 28 febbraio 2009
Trentuno immagini, una per ogni giorno del mese, per raccontare i cieli di gennaio. 31 cieli, 31 giorni, accomunati da quella luce, o mezza luce, che è propria delle fredde, giornate di gennaio, il mese della tramontana e dei fatidici giorni della merla.
Trentuno immagini che finiscono con il proporre cieli senza orizzonti apparenti, a comporre un unico mutevole cielo. Il cielo di gennaio, appunto, opera che, in sede di mostra, andrà contemplata dal sotto in su, esattamente come, naso all’aria, contempliamo il cielo atmosferico.
Questa mostra è un ulteriore approfondimento della ricerca che Giovanni Frangi sta compiendo intorno a due temi: il cielo e lo scorrere del tempo. Sino al 15 marzo, a Bergamo, nell’ex Oratorio Ossario di San lupo, è allestita la mostra MT2425 all’interno della quale l’artista milanese propone “Domenica pomeriggio” una grande interpretazione del cielo che per dimensioni (4 metri e mezzi per otto) è l’opera più estesa sino ad oggi da lui dipinta. Nella mostra trentina (Galleria Il Castello Studio d’Arte Contemporanea, sino al 28 febbraio), quel tema è approfondito, sezionato, dipanato in una ricerca che accompagna un giorno all’altro, in percorso lungo quanto sa essere lungo il mese di gennaio.
68 x 100 cm
Giovanni Frangi è il talento indiscusso della sua generazione. Il pittore dal tratto figurale mai cancellato sotto la linea della tela; l’artista dalla luce aperta, dalla velocità “antropologica” che si inscrive nella bontà del suo DNA lombardo e che lo pone in prima fila al cospetto del passato e del presente più o meno prossimi. Dunque già oltre le frontiere dei suoi stessi compagni di viaggio.
Nei Volti e nei Cavalcavia aveva tenuto insieme il tratto e il colore della figura colpendola con intuizioni felicissime verso espressioni dilatate di luce pura: una bellezza che non dimenticava il corpo caldo della terra e quindi della materia. La scoperta della luce leggera a fili tesi e invisibili con la figura, apparentemente sfuggita alla tela, non poteva che affogare nella luce più difficile e dimenticata: il nero -si pensi ai diamanti neri, alle vesti del Seicento. Giovanni Frangi scommetteva a nascondere la luce per farla esplodere di più. Allegava le tele di Nero per tenerle meglio legate a due ordini insuperati della sua pittura: la materia del colore e la realtà. Eppure con questa luce “difficile” il pittore ha parlato perfino come un oracolo evocando paesaggi mai incontrati eppure dipinti come se praticasse miti dimenticati. Invece Frangi è comunque un pittore che fotografa (gesto banalmente moderno di velocità) e poi con biologica velocità trapianta i colori, a esempio delle Isole.
Ecco, la velocità che egli compie è della pittura antica per poi passare a una aristocratica modernità alla De Pisis, fino a catturare il testimone del velocissimo aritmico Mario Schifano. Ora Frangi pone il livello pittorico lì in cima al cielo.
In occasione di questa mostra verrà pubblicato un volume con un testo dello scrittore Aurelio Picca che, nel romanzo L’esame di maturità e in diversi altri scritti, si è interessato con stile e passione ai cieli.
68 x 100 cm
GIOVANNI FRANGI MT2425, ex Oratorio di San Lupo, Bergamo, fino al 15 marzo 2009
A Bergamo l’installazione MT 2425 allestita nell’ex Oratorio di San Lupo, un luogo straordinario, che si trova a pochi passi dal Museo Adriano Bernareggi e dall’Accademia Carrara. Si tratta di un edificio a pianta centrale risalente al 1734 utilizzato fino all’inizio dell’Ottocento come ossario della vicina parrocchia di Sant’Alessandro della Croce.
Il lavoro di Frangi si è ultimamente concentrato sulle dinamiche percettive restituite dalle opere inserite in precisi contesti spaziali. I luoghi espositivi diventano così occasioni per riflettere sulla capacità della pittura di entrare in relazione con un ambiente: da “Nobu at Elba”, una imponente installazione esposta presso la villa del conte Panza a Biumo Superiore (Varese), ai più sofisticati “View Master”, omaggi all’ultima opera di Marcel Duchamp.
In MT 2425 la suggestione dell’edificio ha suggerito all’artista un lavoro innovativo. Dopo aver esposto, nell’estate scorsa, tre immensi cieli in occasione di Art Basel, Frangi insiste su questo motivo che da Constable fino a Schifano ha stimolato la fantasia degli artisti. Un cielo solo senza nessun orizzonte, nella sua scoperta imponenza.
In questa occasione il cielo , il più grande mai realizzato da Giovanni Frangi , quattro metri e mezzo per più di otto metri sarà appeso al soffitto della chiesa come se fosse un affresco del Settecento, vivrà in relazione a uno spazio pieno di suggestioni antiche. L’interno dell’oratorio non sarà accessibile ma la visuale sarà possibile solo dalle due balconate in cui affacciandosi lo spettatore scoprirà cinque quadri d’argento appoggiati come tappeti sul pavimento. Quadri realizzati con una particolare resina poliuretanica che ci riportano alla mente la sensazione di vedere dei frammenti della luna dall’alto.
Con MT 2425 Giovanni Frangi ha interpretato il testo del Vangelo di Matteo (25), il cosiddetto “discorso escatologico”. Il nuovo lavoro di Giovanni frangi è accompagnato nel catalogo pubblicato per l’occasione da un intervento critico di Simone Facchinetti.
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Chi è l’artista?
Giovanni Frangi è nato a Milano nel 1959. Diplomato all’Accademia di Brera nel 1982, espone nello stesso anno alla Rotonda della Besana, dove torna nel 1984, voluto da Giovanni Testori per la mostra Artisti e Scrittori. Tiene la sua prima personale a Torino nel 1983. Nel 1992 è fra gli artisti di Paesaggi Italiani, curata da Marco Goldin a Palazzo Sarcinelli, dove nel 1997 torna con una mostra antologica che raccoglie molti paesaggi rurali e urbani, ma anche visioni di autostrade e svincoli. Dopo alcune esposizioni in Italia, nei primi anni Novanta, Giovanni Frangi porta il suo lavoro in un contesto internazionale (Berna, Barcellona, New Orleans, Hong Kong, Schalkwijk). Alla fine degli anni Novanta Giovanni Frangi è tra i quattro protagonisti dell’Officina milanese, gruppo formatosi intorno al critico Alessandro Riva, insieme a Marco Petrus, Luca Pignatelli e Velasco. Duccio Trombadori lo invita nel 1996 alla XII Quadriennale di Roma, dove Frangi espone due Tangenziali e vince il premio della Camera dei Deputati, grazie al quale l’anno seguente espone a Montecitorio il suo primo ciclo di tele, La fuga di Renzo, accompagnato da un catalogo con testi di Vittorio Sgarbi e Giovanni Agosti, con il quale comincia una lunga e fortunata collaborazione. Nel 1999 a Palazzo delle Stelline Frangi presenta Il richiamo della Foresta, progetto ideato con Agosti: tredici dipinti appoggiati al pavimento come quinte teatrali che rappresentano un bosco nel mutare delle stagioni. L’esposizione Giovanni Frangi – Sculture(2000), inizia la sua produzione plastica: a una serie di opere su carta di grandi dimensioni, si aggiunge un lavoro in gesso. Nel 2003 è tra i protagonisti delle prime tre tappe del progettoItalian Factory. La nuova scena artistica italiana, tra gli eventi collaterali della 50ma Biennale di Venezia, a Strasburgo, presso il Palazzo del Parlamento Europeo e al Palazzo della Promotrice delle Belle Arti di Torino; durante quest’ultima tappa entra anche a far parte del progetto di Fabrizio Ferri, Ritratti. Nel 2004 Scuderia Grande di Villa Menafoglio Litta Panza a Biumo Superiore, Giovanni Frangi presenta Nobu at Elba, un’installazione di quattro grandi tele e venti sculture di gommapiuma combusta. Nel 2007 partecipa alla mostra Arte Italiana 1968-2007 Pittura, ideata da Vittorio Sgarbi e curata da Maurizio Sciaccaluga, allestita nelle sale del Palazzo Reale di Milano.
La video intervista all’artista di Arslife
Clicca sull’immagine qui sotto per vedere Giovanni Frangi nel suo studio che racconta ad Arslifedella sua carriera, del suo percorso di artista. Frangi si sofferma ad illustrare la sua ricerca pittorica e parla degli artisti che lo hanno influenzato, delle tecniche che sperimenta e del suo concetto del ‘fare’ arte. L’intervista è stata registrata lo scorso 17 dicembre 2008.
INFORMAZIONI UTILI:
Giovanni Frangi racconta i 31 cieli di gennaio
Galleria Il Castello Studio D’Arte Contemporanea
fino al 28 febbraio 2009
Largo Carducci, 31
38100 Trento
T.0461 987201
orario: 10-12,30 / 16-19,30
chiuso lunedi mattina e festivi
Ingresso libero
galleriailcastello@tin.it
www.galleriailcastello.it
GIOVANNI FRANGI. MT2425
BERGAMO ex Oratorio di San Lupo
A cura di Simone Facchinetti e Giuliano Zanchi.
fino al 15 marzo 2009
Orario: martedì – domenica 9.30 – 12.30; 15.30 – 18.30
(lunedì chiuso)
Ingresso libero
Info: tel. 035 243539
www.museobernareggi.it