Boyhood di Richard Linklater è un esperimento durato 12 anni e il risultato è un’incredibile esperienza cinematografica.
Presentato in anteprima al Sundance Film Festival nel Gennaio 2014 e premiato al 65° Festival cinematografico di Berlino, è in questo periodo nelle sale italiane anche se con scarsa distribuzione.
Nel maggio 2002 il regista e sceneggiatore Linklater annuncia che durante l’estate dello stesso anno avrebbe iniziato le riprese di un nuovo film, con il titolo provvisorio di The twelve year project.
La sfida è di quelle ad alto rischio: ogni anno, per ben 12 anni, il regista avrebbe riunito tutto il cast e la troupe per girare solo alcune scene, con attori-personaggi che accettassero di crescere e percorrere 12 anni insieme da tradurre in un film.
Ebbene, Boyhood racconta la storia di Mason (Ellar Coltrane), racconta i dodici anni in cui non è cresciuto solo lui, ma anche la sua famiglia (Patricia Arquette e Ethan Hawke).
E mentre da piccolo Mason si trasforma in un adolescente pre-college, anche l’America cambia e passa dall’11 settembre, alla guerra in Iraq fino all’elezioni di Obama. In una successione lenta e “naturale”, si passa dall’odio per Bush, all’adorazione per il maghetto Harry e il suo mondo magico. Tutto molto americano, quindi, ma anche tutto molto vicino a noi.
La storia di Mason si costruisce attraverso decisioni violente degli adulti: divorzi, improvvisi traslochi, turbolenti mariti (spesso “bidoni”) e nuovi lavori.
Linklater in due ore e mezza di film riesce a cogliere e riportare in immagini il lento/veloce scorrrere del tempo, anche grazie ad una cronologicamente curata e raffinata colonna sonora.
Non ci sono interruzioni, il Mason dei primi cinque secondi è lo stesso degli ultimi, il suo viso è cambiato sotto i tuoi occhi e affezionarsi a lui è stato inevitabile.
È questa la vera potenza del film, è questo che rende l’esperimento pienamente riuscito, un esperimento del tutto rischioso, ripeto, vista la difficoltà di riunire ogni anno l’intero cast per far crescere Mason, sua sorella e i suoi genitori.
E adesso, alla fine del film un po’ a malincuore tocca lasciarlo andare via e diventare uomo.