Che la crisi sia con voi. Anzi, con noi! E’ ovvio ed evidente che il mercato dell’arte sta cambiando pelle. Noi di ArsLife lo stiamo annunciando in tutte le salse da mesi. E i primi segnali del 2009 continuano a darci ragione. Perciò rischiando la noia, insistiamo. Non è tanto il volume delle compravendite che è andato male. I dati ufficiali di Sotheby’s lo confermano. 4,8 miliardi di dollari di venduto nel 2008 contro i 5,3 del 2007 e i 3,6 del 2006. Il vero problea, sia per Sotheby’s che probabilmente per Christie’s, deriva da bilanci molto appesantiti da operazioni compiute soprattutto sul versante dell’arte contemporanea internazionale. E’ probabile (anche se non si può dire con certezza) che le due major abbiamo espletato operazioni di compartecipazione su molte opere di artisti super milionari da cassetta. Voglio dire versato anticipi sui vari kolossal alla Hirst o Koons o Doig. Certi, dopo valanghe di promozioni e investimenti per spingere questi nomi, di poter poi piazzarle a cifre stellari a qualche milionario dell’ultim’ora. Alla ricerca di status per il suo ruolo di parvenue. Il fatto è che ora questi finanzieri e riccastri ignoranti si sono sciolti come vera e propria neve al sole. Ed è probabile che nei prossimi mesi queste opere strapagate e strafinanziate restino nei caveaux delle varie gallerie. Sino a quando è impossibile sapere. Nel frattempo il mercato, sotto il rpofilo dell’attenzione e delle richieste, è tutt’altro che morto. ma sta orientandosi verso un nuovo orizzonte qualitativo che rischia di spiazzare analisti e operatori vecchio stile, mono-orienmtati verso l’aspetto puramente speculativo. Per questo io dico che in tale bailame e confusione gli antichi maestri, l’arte storica e persino quella contemporanea italiana potrebbe avere eccellenti opportunità sia sotto il profilo della stabilità dell’investimento che sul fronte addirittura “rialzista”. mentre i prezzi delle star internazionali sono stra-rotti, quelli dei nostri maestri (per non parlare dei talenti emergenti) sono sulle rampe di lancio. Così come è accaduto e sta accadendo per le banche: in default e commissariate con interventi pubblici molte tra quelle estere. Nessuna in Italia. Aanalogamente non mi stupirei se il mercato italiano delle aste, delle fiere e delle gallerie non solo non vada in recessione ma oltre a tenere possa rivelarsi in crescita. Salvo, ovviamente, ulteriori cadute verticali dell’economia mondiale. Una piccola riprova c’è appena stata. nell’asta newyorchese Open House di Christie’s il fatturato complessivo si è dimezzato rispetto a quello dell’analoga vendita nel 2008. Ma le 7 opere italiane presenti hanno fatto l’en plein. Tutte vendute. E’ un segnale molto piccolo ma forse anche significativo. Non resta che aspettare. ArsLife vi terrà aggiornati quotidianamente