Palazzo Fortuny spalanca le sue porte alla chioma rosso fiammeggiante della Marchesa Casati Stampa. Venezia rievoca la figura e il mito della donna che ammaliò d’Annunzio, al cui fascino e ai cui favori s’inchinarono schiere di pittori, scultori, fotografi che la immortalarono. Con le sue follie divenne la musa dei più grandi artisti del tempo: da Boldini a Bakst, da Marinetti a Balla, da Van Dongen ad Alberto Martini, da Romaine Brooks a Man Ray.
La foto scattata da quest’ultimo nella quale gli occhi della Casati sfocano e diventano sei, per un errore nello sviluppo della pellicola, divenne un’icona surrealista, contribuendo ad alimentare un mito che non cesserà neppure dopo la morte.
“Occhi lenti di giaguaro che digerisce al sole la gabbia d’acciaio divorata” disse di lei Filippo Tommaso Marinetti nella dedica che fece inserire da Carrà nel proprio ritratto da donare alla Casati nel 1915.
Artisti che la mostra chiama a raccolta a ricordare la Corè dannunziana – dark lady decadente ma anche musa di surrealisti, fauvisti, dadaisti e futuristi – facendone convivere mito e storia, vita e arte.
La Marchesa Casati, infatti, non fu solo bizzarra ed eccessiva (dai pitoni veri al collo al nude look), spettacolare e trasformista, megalomane e narcisista: il percorso espositivo e gli inediti studi pubblicati nel catalogo (edito da 24 ORE Cultura) le restituiscono una dimensione più consapevolmente “artistica”, rintracciando la sua attività di collezionista e restituendo alle sue azioni e ai suoi mascheramenti una dimensione estetica che la rende un’antesignana dell’arte performativa e della body art.
Una caleidoscopica esposizione con oltre un centinaio tra dipinti, sculture, gioielli, abiti, fotografie di grandi artisti del tempo, provenienti da Musei e collezioni internazionali, riuniti in quella che fu la casa-atelier di Mariano Fortuny che con le sue ricercate sete e i famosi Delphos vestì i sogni e le follie di Luisa Casati.
La Divina Marchesa, come la definì d’Annunzio: la donna che a inizio Novecento, con il trucco esagerato, le trasgressive ed eccentriche performance e una vita sopra le righe, fu capace di trasformare se stessa in opera d’arte, leggenda vivente, conturbante e sorprendente rappresentazione di modernità e avanguardia.
In pochi anni Luisa trasformò il suo volto nell’icona della belle dame sans merci: disegnato da profonde ombre nere, con le pupille dilatate e rese lucenti dalla belladonna, le labbra dipinte di rosso scarlatto, i capelli tinti di rosso.
Dilapidò la sua immensa fortuna in travestimenti mozzafiato e in feste spettacolari di cui fu ideatrice e principale interprete, in case allestite come musei e nell’acquisto di opere d’arte. Morì a Londra nel 1957 nella più triste indigenza.
INFORMAZIONI UTILI
La Divina Marchesa
Arte e vita di Luisa Casati dalla Belle Époque agli Anni folli
Dal 4 Ottobre 2014 all’ 8 Marzo 2015
Palazzo Fortuny, Venezia
Palazzo Fortuny, Venezia
4 ottobre 2014 – 8 marzo 2015
Orari
10.00 – 18.00 | chiuso il martedì
hashtag: #marchesacasati
T 02 542727
Biglietti
audioguida inclusa
Intero €12,00
Ridotto € 10,00
Ridotto scuole € 5,00
Gruppi di studenti di min. 15 – max 25 persone. La scuola deve presentare lista su carta intestata dell’istituto.
Gratuito