PARLA GIOVANNA BERTAZZONI, DIRETTORE ARTE MODERNA E IMPRESSIONISTA DI CHRISTIE’S
Che accadrà nel secondo semestre sul mercato internazionale dell’arte? I segnali di crisi nel mondo finanziario come conseguenza all’erogazione poco controllata di linee di credito negli Stati Uniti avranno riflessi sulle compravendite di opere d’arte? E se sì in che modo? In quali settori? A pochi giorni dalla ripresa della piena attività sul palcoscenico delle vendite all’asta sono queste le domande più gettonate. In un settore economico che ha lasciato alle spalle la prima parte dell’anno con una macroscopica crescita. La fotografia nelle vendite Sotheby’s al 30 giugno 2007 è di 2 miliardi e 829 milioni di dollari. Una cifra impressionante se paragonata a quella del primo semestre 2006 (1 miliardo e 963 milioni). Christie’s ha addirittura fatto un balzo del 44 per cento. Se è vero che rispetto ai 2,24 miliardi di dollari incassati l’anno scorso, questo primo semestre ha segnato un totale di 3,225 miliardi. I comparti più generosi sono stati quelli delle vendite di opere d’arte moderna e contemporanea. Da alcune stagioni le cifre stellari degli impressionisti -cui eravamo abituati in passato- sono sbarcati nell’universo dei maestri storici del Novecento. E, recente novità, nel segmento dell’arte contemporanea. Non a caso i due top-price mondiali del semestre corrispondono a opere eseguite intorno agli anni Sessanta. Un Andy Warhol battuto il 16 maggio a New York da Christie’s e un Mark Rothko il giorno prima, sempre a New York, da Sotheby’s, hanno cambiato proprietà per una cifra complessiva di oltre 144 milioni di dollari. Se i valori dominanti e la più sostenuta performance di crescita stanno in questo comparto del mercato è logico chiedersi come esso reagirà alle ombre gettate dai gorghi della finanza trash. In una recente intervista al New York Times, Marc Porter -presidente di Christie’s America- ha minimizzato. Sostenendo che -a differenza di quello che sta dietro a un bond- un buon quadro è e resterà sempre un buon quadro. Con un costante destino di crescita nei valori. Parole sante ma un po’ troppo generiche. Per capire meglio quello che sta accadendo noi del CorrierEconomia abbiamo interpellato un operatore sul campo. Giovanna Bertazzoni è uno dei direttori del dipartimento d’arte impressionista e moderna di Christie’s a Londra. Fa parte cioè della prima linea del mercato. Proprio in agosto era impegnata nella ricerca di opere da presentare nelle prossime aste importanti di Londra, a metà ottobre e di New York a novembre. “Posso confermare -ci ha detto- che sino ad ora le consegne per le vendite sono pressoché identiche rispetto all’anno scorso. Ed anzi forse, qualitativamente, migliori. Chi ci sta offrendo dipinti da mettere all’asta non ha posto particolari condizioni a garanzia. Ciò significa che non abbiamo percepito nessuna scossa o influenza dagli avvenimenti finanziari. Certo noi oggi possiamo giudicare solo sulla scorta dei mandati. Si tratterà poi di vedere come andranno le aste. Ma se ci fossero stati segnali di panico le consegne sarebbe aumentate insieme alle richieste di garanzie o finanziamenti”. Le prime verifiche arriveranno dalla “Post War and Contemporary evening sale” del 14 ottobre e dall’ormai classica “Italian Sale” del 15. Appuntamenti super consolidati -insieme alle analoghe aste di Sotheby’s- in coincidenza con l’attesa fiera autunnale londinese di “Frieze” (in programma dall’11 al 14 ottobre al Regent’s Park). “Le opere sin qui raccolte e ancora quelle che continuano ad arrivare in questi ultimi giorni utili, sono solide e importanti. Questa settimana londinese si annuncia come estremamente varia nell’offerta con capolavori del dopo-guerra insieme a opere più che mai ‘cutting-edge’ degli artisti tedeschi e cinesi, oggi richiestissimi”. “Quando la qualità è indiscutibile -continua l’esperta Christie’s- i compratori accorrono sempre. Come dimostra il grande successo delle aste di giugno che hanno raccolto oltre 250 milioni di sterline. Un risultato senza precedenti per la storia del mercato londinese”. Ma chi sono questi fantomatici compratori d’arte, inossidabili e potenzialmente insensibili alle febbri finanziarie? “Russi, indiani, cinesi. E naturalmente gli europei che rappresentano i grandi protagonisti delle ultime stagioni sul mercato dell’arte. Pensi che a New York nelle sole aste di maggio (le più importanti e ricche) hanno rappresentato il 47% degli acquirenti totali. Un numero altissimo. Mai registrato sino ad ora”. “A questi si aggiungono le folle di appassionati del mercato contemporaneo. Sempre più fitte. Sempre più informate. Costantemente in giro per i corridoi del ‘Frieze’ ma interessate a vedere anche le opere delle aste”. Già, forse in questo segmento minore del mercato qualche brividino sulla schiena, dopo i capitomboli delle borse, si è fatto sentire. Staremo a vedere. Meglio tenere gli occhi aperti. Anzi, spalancati.