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La foresta di ghiaccio, il difficile percorso del noir all’italiana

La foresta di ghiaccio di Claudio Noce è uno dei pochi film italiani che si distacca dal genere commedia di cui è pieno il nostro cinema e si inoltra nel difficile percorso del genere noir con virate verso l’horror. La storia è incentrata su Pietro (Domenico Diele) un giovane operaio specializzato che è inviato in un paese fra Italia e la Slovenia, dove una centrale elettrica in mezzo alle montagne resta spesso al buio per un blackout. Qui sotto una continua tormenta di neve, il ragazzo si scontra con due personaggi misteriosi e sfuggenti, i fratelli Lorenzo (Adriano Giannini) e Secondo (Emir Kusturica) che è il guardiano della diga. Intanto sulla scena arriva anche la biologa Lana (Ksenia Rappoport), che in realtà è una poliziotta slovena sotto copertura, che indaga sulla morte di una ragazza libica il cui corpo è stato trovato nei paraggi. Misteri su misteri che però un po’ confondono la trama del film e vengono in qualche modo soggiogati da questo scenario suggestivo che diventa il protagonista assoluto del film. Non deve essere stato facile girare a così alte vette e a quelle temperature.

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«È stato molto difficile e faticoso e non solo fisicamente –racconta Adriano Giannini- ma anche mentalmente. Claudio mi ha coinvolto da subito nel progetto, fin dalla creazione quando cominciava a scrivere il film e a costruire un personaggio proprio intorno a me. Solo che quando ho letto che era una specie di montanaro, rude e con le mani enormi, sono rimasto parecchio perplesso. Non potevo essere io. Sono nato e cresciuto ai Parioli, un ambiente molto lontano da quello che si vede nel film, non ho la struttura di un montanaro e poi avevo paura di non riuscire a interagire con gli altri attori, dilettanti e non, che sono nati fra le montagne, conoscono il territorio e parlano anche la loro lingua. Alla fine mi sono trovato benissimo, anche perché si andava avanti a grappe e capretti arrosto. Comunque credo che Claudio abbia avuto ragione, il risultato è che comunque il personaggio è credibile. Quindi aveva ragione lui».

Grande chiarezza e determinazione da parte di Claudio Noce che in questa sua avventura ha voluto anche il grande regista serbo Emir Kusturica. «Per lui è stata la stessa cosa che per Adriano -racconta il regista- ho scritto i personaggi pensando già alle loro facce, alle loro caratteristiche, però mentre per Giannini è stato un po’ più semplice coinvolgerlo, anche perché ci conoscevamo già, per Kusturica assolutamente no, tanto è vero che quando sono andato dai produttori e gliel’ho detto praticamente sono sbiancati».

Kusturica, invece, ha sorpreso tutti quando avvicinato dallo stesso regista alla fine di un suo concerto, ha accettato subito con entusiasmo. «All’inizio ero terrorizzato all’idea di dirigerlo -continua a raccontare Noce- ero in soggezione anche perché i primi giorni sul set Kusturica era diffidente, quasi minaccioso. Dopo un po’ ho capito che voleva solo studiarmi, così l’ho lasciato fare per un paio di giorni e inaspettatamente ha iniziato a collaborare, a interagire con gli altri ed è riuscito a imprimere il suo tocco anche sul girato».

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La foresta di ghiaccio, presentato al Festival del Film di Roma, è nelle sale in questi giorni in contemporanea ad un altro film che vede protagonista Adriano Giannini, la commedia Ambo, con Serena Autieri e la partecipazione di Maurizio Mattioli. «Abbastanza strano –ci dice divertito Adriano Giannini– che mi ritrovi nei cinema nello stesso periodo con due film così diversi. Non è così facile anche perché non ci sono molte proposte in giro per noi attori, almeno per quanto mi riguarda. Il cinema italiano racconta sempre le stesse storie e anche con gli stessi personaggi. Ma sono contento così, ho doppiato Matthew Mcconaughey in True Detective e sto realizzando una serie tv per Amazon. Oggi la televisione internazionale offre maggiori occasioni per un attore, la possibilità di sperimentare dei linguaggi nuovi, ha più tempo per costruire i personaggi e la qualità delle opere è ad altissimo livello rispetto sicuramente all’Italia».

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